E’ stato lo slogan della nostra campagna elettorale, ma vale ancora di più oggi che abbiamo perso le elezioni. Si può cambiare l’Italia, dare ad essa una politica riformista e seria. Ci vuole tempo, pazienza e soprattutto unità. E’ troppo facile attaccare il segretario oggi, senza dimenticare da dove è partito. Sicuramente ci sono stati errori, ma quello più grande oggi sarà quello di massacrarci all’interno, delegittimare il gruppo dirigente.
Prepariamoci a una traversata nel deserto, sperando che il ricambio generazionale tanto auspicato non sia solo nelle parole ma anche nei fatti. Evitiamo di ricorrere il centro destra e facciamo una nostra politica. La vittoria della Lega è il sintomo di una malattia, non è la medicina che guarisce.