mercoledì 28 ottobre 2009

Il Cavaliere tra processi, prescrizioni

da: La Repubblica
Anche per i giudici dell'appello, David Mackenzie Mills è un testimone corrotto e, se c'è un corrotto, ci deve essere un corruttore. Il corruttore è Silvio Berlusconi. Non è in aula, è decisamente in salvo. Ma questa nuova sentenza pesa su di lui come un macigno - o come un incubo - perché ripropone un paio di cose che sappiamo (o dovremmo sapere) del capo del governo. Se ne possono elencare tre. Raccontano come la frode sia stata la via maestra per costruire - prima - e per difendere - poi - l'impero Fininvest/Mediaset. Spiegano le torsioni della sintassi legale del presente. Annunciano la tempesta politica che scuoterà il Paese in un prossimo futuro.

Non c'è bisogno di farla tanto lunga. Mills, per conto di Berlusconi, crea un arcipelago di società off-shore (All Iberian). Quando i procuratori di Milano ne scorgono il profilo, per Berlusconi è questione vitale inventarsi l'impossibile per uscire dall'angolo. La corruzione di Mills, pagato dal capo del governo per mentire in aula, è un passaggio obbligato. Il motivo è elementare. Le società, create e amministrate dall'avvocato inglese, custodiscono il grande, indicibile segreto dell'Egoarca. Lungo i sentieri storti del "group B very discreet della Fininvest" transitano quasi mille miliardi di lire di fondi neri; i 21 miliardi che premiano Bettino Craxi per l'approvazione della legge Mammì; i 91 miliardi in Cct destinati alla corruzione del Parlamento che approva quella legge; la proprietà abusiva di Tele+ (viola le norme antitrust italiane, per nasconderla furono corrotte le "fiamme gialle"); il controllo illegale dell'86 per cento di Telecinco (in disprezzo delle leggi spagnole); l'acquisto fittizio di azioni per conto del tycoon Leo Kirch contrario alle leggi antitrust tedesche; le risorse destinate poi da Cesare Previti alla corruzione dei giudici di Roma (gli consegnano la Mondadori); gli acquisti di pacchetti azionari che, in violazione delle regole di mercato, favorirono le scalate a Standa, Mondadori, Rinascente.

Strappato il velo che nasconde questa scena, Berlusconi non solo ci rimette le penne in un tribunale, ma del mito che ha costruito per sé e il suo talento, che cosa resta? Il tableau polverizza il "corpo mistico" dell'ideologia berlusconiana. Ecco ora che cosa si vede: al fondo della fortuna del premier, ci sono evasione fiscale e bilanci taroccati, la corruzione della politica, della Guardia di Finanza, di giudici e testimoni; la manipolazione delle leggi che regolano il mercato e il risparmio in Italia e in Europa. Ancora nel giugno dell'anno scorso, Berlusconi nega: "Non conoscevo Mills, lo giuro sui miei cinque figli. Se fosse vero, mi ritirerei dalla vita politica, lascerei l'Italia" (Ansa, 20 giugno 2008, ore 15,47).

Come sempre, Berlusconi intreccia in un unico nodo il suo futuro di leader politico, "responsabile di fronte agli elettori", e il suo passato di imprenditore di successo. Crea un confine indefinibile tra pubblico e privato. Se ne comprende il motivo perché, nell'ideologia del premier, è il suo trionfo personale che gli assegna il diritto di governare il Paese. Le sue ricchezze sono la garanzia del patto con gli elettori e dell'infallibilità della sua politica; il canone ineliminabile della "società dell'incanto" che lo beatifica. Per salvarsi da questo disvelamento, Berlusconi è disposto a ogni magia. E' storia dell'altro ieri. Cancella reati. Distorce le regole del processo. Riscrive i tempi della prescrizione. In posa da povero cristo, dice di aver subito 106 processi.

E' una favola. La ripetono come un'eco i commessi a stipendio e le ugole obbedienti retribuite con il canone televisivo (sono dodici i processi finora, più quattro ancora in corso). Non si accontenta. Minaccia di gettare per aria l'intera amministrazione della giustizia fermando centomila processi per affossarne uno solo, il suo. Ottiene in cambio dal Parlamento - quasi fosse un'estorsione - una legge che lo rende immune. La scrivono male. E' uno sgorbio. La Corte costituzionale la cancella, ma il risultato - l'Egoarca - l'incassa. Era a un passo dalla condanna, la "legge Alfano" lo esclude dal processo. Che ora ricomincia di nuovo, davanti a nuovi giudici che dovranno valutare le fonti di prova, le ventidue testimonianze, le nove rogatorie, come se un processo non ci fosse già stato.

Non ce la si farà in un anno e mezzo e quindi il processo nasce ferito a morte in attesa che l'uccida la prescrizione. Siamo al presente. Berlusconi non si fida di quest'esito. Si sente accerchiato dalle ombre. Vive di sospetti. Vede in ogni angolo un congiurato. Avverte, come un tormento, il declino della sua parabola. "E se usassero quel processo per farmi fuori?" si chiede. Vuole una norma ordinaria, approvata presto, prima di Natale, che gli dia la certezza che quella storia si chiuda definitivamente. Vuole una prescrizione ancora più stretta. Difficilmente l'avrà, a quanto pare. Manipolerà così un "legittimo impedimento" più rigido e restrittivo, che gli consentirà di prendere tempo, di rinviare le udienze, di deciderne il calendario, di mandarlo a cart'e quarantotto. Salvo, ancora una volta, dal giudizio, Berlusconi non può accontentarsi. E' impensabile che possa insediarsi al Quirinale nell'anno 2013 con quella condanna indiretta sul gobbo.

Siamo al futuro. E' un corruttore, anche se in tribunale ci ha rimesso soltanto il corrotto. Pure un Parlamento, comandato come una scolaresca, potrebbe negargli l'ascesa a Monte Cavallo. L'Egoarca sceglierà la via più breve, la più diretta. Come sempre. Vorrà riscriversi la Costituzione e farsi spingere lassù dal "popolo" per far dimenticare la rete di imbrogli che lo ha fatto ricco, i garbugli che lo hanno protetto, l'inganno del suo mito.

Quel liberal nordista di Marino

da: La Stampa
LUCIA ANNUNZIATA

Non solo il terzo risultato, il terzo posto. Piuttosto, l’identificarsi di una voce «liberal» all’interno del voto del centrosinistra di domenica.

Supercittadina, giovane, professionale, nordica. Insomma, un voto tipico del settore della modernità. Non dissimile da quello che in Usa è chiamato urban radical, che anche in elezioni sfortunate come quelle del 2004 ha costituito la roccaforte del consenso democratico, e che nel 2008 è stata una delle basi su cui si è innestato il consenso a Obama. Né lontano da quello della classe media dei nuovi professionisti il cui protagonismo negli Anni Novanta decretò il primo successo di Tony Blair.

Sono, mi rendo conto, affermazioni un po’ audaci, e forse affrettate. Ma in questo caso scomodiamo i «sacri» nomi di Obama e Blair non per incoronare un nuovo leader, ma per cercare di trovare termini di paragone per capire nuove tendenze. E se qualcosa di nuovo è emerso nelle primarie, è proprio il voto per Marino, che non appare affatto come un voto residuale, cioè di chi è finito in coda alla lista dei contendenti, bensì un voto «terzo», come ben appare dalle analisi possibili già ieri sera, su 2 milioni e poco più di schede scrutinate, pari a 7176 sezioni su un totale di circa diecimila.

Bersani ha avuto 1.081.532 preferenze, Franceschini tocca quota 697.759 (34,4%), Marino arriva a 249.784 voti (12,3%). Le schede bianche e nulle sono state 33.807 (1,6%). Bersani supera il 50% in tutte le regioni tranne Friuli, Toscana, Lazio, Sicilia e Valle d’Aosta. In nessuna, comunque, Franceschini risulta vincitore. Solo in Puglia supera di poco il 40%. La lista Marino che poi, forse, alla fine dello spoglio si assesterà - dicono gli analisti - intorno all’11 per cento nazionale, non solo ottiene più del previsto, ma in alcuni luoghi fa dei veri e propri exploit , quali il 16,55% in Liguria, il 17,88 in Piemonte e il 18,28 in Lazio.

La localizzazione, cioè il dove si è aggregato, è la prima chiave di identità di questo voto. Su «Termometropolitico.it», un sito molto stimato fatto da giovani studiosi di trend elettorali, era possibile ieri guardare sia in numeri che in immagini l’Italia che esce dalle primarie. A differenza degli altri due candidati il cui voto è molto più a macchia di leopardo (in particolare questo vale per Franceschini), il consenso dato a Marino va dal Nord al Sud in perfetta discesa. Insieme alle citate Piemonte e Liguria, il Trentino dà a Marino il 14,52%, il Veneto il 16,78, la Val d’Aosta il 16,80, la Lombardia il 15,74, la Toscana il 13,11% e il Lazio il 18,28 per cento. Da lì il consenso a Marino va giù seguendo la curva del Sud - toccando in Campania il 5,30, in Calabria il 4,30, in Puglia il 7,62. Alcuni di questi risultati al Sud si spiegano con la solidità con cui (nel bene e nel male) gli ex Ds o ex popolari ancora oggi fanno blocco nelle regioni del Sud. Ma non è del tutto vero: se si guarda ad esempio alle città, si vede come Bersani e Marino convivono perfettamente.

Ad esempio proprio a Milano, a Roma, e a Torino, il voto di Bersani che è ampio in tutte le periferie industriali delle città, tende poi a cedere spazio al voto di Marino mano mano che ci si avvicina ai centri storici.

Questo intreccio si ritrova ben rispecchiato nella disamina del voto sulla base dell’età. Scrive «Termometropolitico.it»: «Marino raggiunge o sfiora il 20% tra i giovanissimi, cioè dai 16 ai 24, per poi diminuire fino al 10 per cento scarso ottenuto tra gli elettori di mezza età e gli anziani. Franceschini è forte nell’elettorato giovanile ma debole nelle fasce centrali, per poi risalire leggermente tra gli ultra 65enni. Viceversa, Bersani soffre tra i votanti sotto i 25 anni, dove è scavalcato da Franceschini, e tocca il suo massimo tra i 45 e i 64 anni, cioè una fascia molto rappresentativa per l’elettorato democratico medio; una sua leggera flessione, invece, si registra nei più anziani».

Mettendo insieme tutti questi dati, è dunque evidente che quello di Marino è un elettorato molto diverso da quello che si raccoglie attorno a Bersani, e al quale dunque non sembra aver sottratto granché di consenso. Molte invece le sovrapposizioni, più o meno marginali, con la base di Franceschini, come abbiamo visto nella città e fra i giovanissimi.

Se la piattaforma dei due può spiegare il risultato finale, è evidente che la competizione che è avvenuta fra i due si è giocata sul ricambio, vigorosamente sostenuto da entrambi, e sui temi della laicità, sui quali invece i due si sono distanziati nettamente. Dovendo indicare lo spartiacque fra loro, possiamo con sicurezza indicarlo nel testamento biologico. Uno dei più controversi temi dei mesi recenti, di cui uno, Marino, è diventato il campione, e su cui l’altro, Franceschini, si è trovato a fare il mediatore fra le varie anime cattoliche.

Nel corso delle primarie, l’identità «laica» di Marino si è accentuata con lo scorrere della cronaca. Dalle unioni civili, all’adozione da parte dei single, fino alla battaglia contro l’omofobia, la sua si è definita come la più netta delle posizioni fra le tre in campo, sui temi dei diritti individuali.

Non pare dunque sbagliato dire che la mozione Marino ha aggregato il mondo delle identità e dell’intellighentia giovanile, femminile, urbana. Un mondo «liberal», come si diceva, che pur già essendo dentro il Pd non ha mai visto ben riflesso il proprio atteggiamento nelle tradizioni ex Ds e ex Popolari che vi sono rappresentate.

Non sappiamo - perché non ci sono gli strumenti di analisi - se questo voto ha allargato o no i confini della partecipazione, come sostengono i mariniani. E’ però credibile dire che questo consenso porta dentro il Pd un nuovo pezzo di piattaforma politica quale finora non era mai così distintamente emersa.

Sarà questa una complicazione, ulteriore, nella futura gestione? Possibile. Come anche è però possibile che questo voto «terzo» sia utile a scardinare il confronto a due che spesso ha bloccato il Pd, preso in mezzo fra le sue anime ex comunista e ex cattolica.

lunedì 26 ottobre 2009

LA BUFALA DEL SOVRAPPASSO DI S.AMBROGIO

Tutti i presenti al consiglio comunale .del 6/10 si ricordano che il Sindaco ha affermato di voler presentare un progetto in regione che prevedeva la costruzione del sovrappasso ferroviario tra le vie Magenta e Solferino, oltre a quello in prossimità di via Bottego e a una nuova strada tra Viale Santuario e Via Casati. Dei 3 interventi i primi 2 sono richiesti dal quartiere S.Ambrogio, e dovrebbero avere la priorità, mentre il la strada non l'ha chiesta nessuno, è un'opera faraonica da 4 milioni di euro per una strada che verrà costruita a 200 metri da quella di via Nazioni Unite.
Questa Giunta, sempre attenta ai bisogni dei cittadini, con la delibera 252/09 ha presentato il progetto in Regione per: La strada!!!!! Dei due sovrappassi pedonali neanche l'ombra. E tale strada è stata inserita anche nel POP 2010, mentre i 2 sovrappassi no.
Quindi per ricapitolare: la promessa fatta nel maggio 08 del sovrappasso, ribadita in ultimo nel consiglio comunale del 6/10/09 è una bufala e i cittadini di S.Ambrogio devono saperlo: il progetto presentato da questa Giunta non prevede sovrappassi pedonali, ma una inutile strada, perchè chi è in via Casati in auto percorre 200 metri e arriva al sovrappasso di via Nazioni Unite, mentre chi è in via Bottego a piedi è tagliato fuori (quando verrà definitivamente chiuso il passaggio a livello), e chi è in via Solferino in bicicletta deve sperare che gli ascensori non siano sempre guasti!!!!
Ancora una volta davanti ai cittadini si predica bene e poi si razzola male.
Si vogliono spendere 4 milioni di euro per una strada che non solo è inutile ma persino dannosa per il traffico, perché lo porta all’interno di Seregno, invece di lasciarlo verso l’esterno. Un’opera che, ripeto, nessuno vuole e nessuno ha chiesto!

IL PIANO CASA

E’ Opportuno fare chiarezza sulla delibera approvata in consiglio comunale sul piano casa, alla luce degli interventi comparsi sui giornali da esponenti di Rifondazione Comunista
In Consiglio comunale il PD ha votato a favore della delibera che riduce al massimo l’impatto che la legge regionale sul piano casa avrà su Seregno, infatti con questa delibera di si esclude quasi tutta Seregno dall’applicazione della legge suddetta.
Quindi chi è a favore del verde, chi è contro la legge berlusconiana sul piano casa, non poteva che votare a favore della delibera presentata in consiglio comunale. Massima coerenza.
Se avessimo votato contro come Rifondazione Comunista e se anche parte della maggioranza avesse votato contro, la delibera non sarebbe passata, e dal giorno dopo su TUTTA SEREGNO, e ripeto TUTTA, e non su aree marginali, si sarebbe applicata la legge, con addirittura la riduzione degli oneri di urbanizzazione del 30%
Quindi chi ha votato contro ha accettato il rischio che Seregno venisse cementificata!
Per noi consiglieri comunali del PD prima vengono gli interessi della città, poi le posizioni ideologiche, e tutto ciò che è positivo per Seregno avrà sempre la nostra approvazione

RISULTATI PRIMARIE MONZA E BRIANZA

Il risultato in Provincia per il Segretario Nazionale: Bersani 54,88%, Franceschini 28,10%, Marino 17,02%.
Per il Segretario Lombardo: Martina 54,55%, Fiano 27,06%, Angiolini 18,39%.
L'affluenza a questa giornata di primarie ha visto oltre 30.000 cittadini recarsi ai seggi del PD con un aumento forte rispetto al 2007.
Primarie 2009 - Monza Brianza - SEGRETARIO NAZIONALE
COMUNE Bersani % Franceschini % Marino %
AGRATE BRIANZA 433 57,89 215 28,74 100 13,37
AICURZIO 45 42,06 29 27,1 33 30,84
ARCORE 414 55,87 202 27,26 125 16,87
BELLUSCO 196 59,94 76 23,24 55 16,82
BERNAREGGIO 187 46,75 151 37,75 62 15,5
BIASSONO 189 56,76 80 24,02 64 19,22
BRUGHERIO 768 57,31 390 29,1 182 13,58
BURAGO MOLGORA 92 44,66 59 28,64 55 26,7
BUSNAGO 140 57,38 70 28,69 34 13,93
CAMPARADA/CORREZZANA 49 58,33 18 21,43 17 20,24
CAPONAGO 132 54,77 63 26,14 46 19,09
CARNATE 243 59,56 102 25 63 15,44
CAVENAGO BRIANZA 246 63,9 76 19,74 63 16,36
CONCOREZZO 359 57,35 170 27,16 97 15,5
CORNATE D'ADDA 203 56,23 95 26,32 63 17,45
LESMO 130 57,02 49 21,49 49 21,49
MACHERIO 125 57,6 53 24,42 39 17,97
MEZZAGO 185 61,46 79 26,25 37 12,29
ORNAGO 121 58,45 53 25,6 33 15,94
RONCO BRIANTINO 120 58,54 42 20,49 43 20,98
SULBIATE 105 42,51 103 41,7 39 15,79
TRIUGGIO 121 50,63 50 20,92 68 28,45
USMATE VELATE 298 55,81 137 25,66 99 18,54
VEDANO al LAMBRO 190 49,74 140 36,65 52 13,61
VILLASANTA 393 61,41 143 22,34 104 16,25
VIMERCATE 1096 59,15 489 26,39 268 14,46
TOT. COLL. 23 6.580 56,7 3.134 27,01 1.890 16,29

ALBIATE 106 58,56 45 24,86 30 16,57
BESANA in BRIANZA 357 55,96 181 28,37 100 15,67
BRIOSCO 85 56,29 44 29,14 22 14,57
CARATE BRIANZA 247 53,81 129 28,1 83 18,08
GIUSSANO 271 59,17 109 23,8 78 17,03
LISSONE 504 52,01 286 29,51 179 18,47
MONZA 2744 51,62 1504 28,29 1068 20,09
MUGGIO' 463 51,5 294 32,7 142 15,8
RENATE 55 52,38 22 20,95 28 26,67
SOVICO 177 61,46 76 26,39 35 12,15
VEDUGGIO con COLZANO 77 56,62 40 29,41 19 13,97
VERANO BRIANZA 114 56,72 59 29,35 28 13,93
TOT. COLL. 24 5.200 53,06 2.789 28,46 1.812 18,49

BARLASSINA 104 45,61 87 38,16 37 16,23
BOVISIO MASCIAGO 209 52,25 108 27 83 20,75
CERIANO LAGHETTO 154 70,64 51 23,39 13 5,96
CESANO MADERNO 668 59,91 304 27,26 143 12,83
COGLIATE 145 61,44 56 23,73 35 14,83
DESIO 669 55,2 302 24,92 241 19,88
LAZZATE 96 56,8 44 26,04 29 17,16
LENTATE SUL SEVESO 253 50,3 180 35,79 70 13,92
LIMBIATE 422 49,82 312 36,84 113 13,34
MEDA 311 56,75 144 26,28 93 16,97
MISINTO 95 57,58 48 29,09 22 13,33
NOVA MILANESE 426 56,35 262 34,66 68 8,99
SEREGNO 479 48,88 299 30,51 202 20,61
SEVESO 347 52,26 149 22,44 168 25,3
VAREDO 240 55,43 127 29,33 66 15,24
TOT. COLL. 25 4.618 54,5 2.473 29,18 1.383 16,32

TOT. MONZA BRIANZA 16.398 54,88 8.396 28,1 5.085 17,02

Primarie 2009 - Monza Brianza - SEGRETARIO REGIONALE
COMUNE Martina % Angiolini % Fiano %
AGRATE BRIANZA 434 58,18 107 14,34 205 27,48
AICURZIO 44 41,51 29 27,36 33 31,13
ARCORE 398 54,37 133 18,17 201 27,46
BELLUSCO 189 57,98 60 18,40 77 23,62
BERNAREGGIO 190 48,10 73 18,48 132 33,42
BIASSONO 191 57,53 67 20,18 74 22,29
BRUGHERIO 755 56,55 184 13,78 396 29,66
BURAGO MOLGORA 98 47,80 57 27,80 50 24,39
BUSNAGO 144 59,02 33 13,52 67 27,46
CAMPARADA/CORREZZANA 49 58,33 16 19,05 19 22,62
CAPONAGO 129 53,53 46 19,09 66 27,39
CARNATE 240 59,70 69 17,16 93 23,13
CAVENAGO BRIANZA 238 61,82 75 19,48 72 18,70
CONCOREZZO 370 59,68 100 16,13 150 24,19
CORNATE D'ADDA 196 54,75 67 18,72 95 26,54
LESMO 128 57,66 47 21,17 47 21,17
MACHERIO 121 56,28 37 17,21 57 26,51
MEZZAGO 187 62,96 38 12,79 72 24,24
ORNAGO 123 59,13 29 13,94 56 26,92
RONCO BRIANTINO 122 59,22 45 21,84 39 18,93
SULBIATE 106 43,44 41 16,80 97 39,75
TRIUGGIO 120 50,21 72 30,13 47 19,67
USMATE VELATE 273 51,70 107 20,27 148 28,03
VEDANO al LAMBRO 187 49,87 57 15,20 131 34,93
VILLASANTA 384 60,09 119 18,62 136 21,28
VIMERCATE 1.117 60,71 268 14,57 455 24,73
TOT. COLL. 23 6.533 56,69 1.976 17,15 3.015 26,16

ALBIATE 100 55,87 37 20,67 42 23,46
BESANA in BRIANZA 356 56,33 92 14,56 184 29,11
BRIOSCO 79 52,67 25 16,67 46 30,67
CARATE BRIANZA 245 53,49 80 17,47 133 29,04
GIUSSANO 266 58,33 82 17,98 108 23,68
LISSONE 489 50,67 182 18,86 294 30,47
MONZA 2.735 51,66 1.078 20,36 1.481 27,98
MUGGIO' 460 51,34 151 16,85 285 31,81
RENATE 53 51,46 29 28,16 21 20,39
SOVICO 171 58,97 41 14,14 78 26,90
VEDUGGIO con COLZANO 74 55,22 20 14,93 40 29,85
VERANO BRIANZA 112 55,72 33 16,42 56 27,86
TOT. COLL. 24 5.140 52,67 1.850 18,96 2.768 28,37

BARLASSINA 101 45,70 35 15,84 85 38,46
BOVISIO MASCIAGO 217 54,66 83 20,91 97 24,43
CERIANO LAGHETTO 147 68,69 19 8,88 48 22,43
CESANO MADERNO 635 57,10 316 28,42 161 14,48
COGLIATE 123 52,12 45 19,07 68 28,81
DESIO 660 54,73 253 20,98 293 24,30
LAZZATE 94 56,63 27 16,27 45 27,11
LENTATE SUL SEVESO 243 49,29 80 16,23 170 34,48
LIMBIATE 418 50,06 116 13,89 301 36,05
MEDA 312 57,25 90 16,51 143 26,24
MISINTO 89 54,27 24 14,63 51 31,10
NOVA MILANESE 439 58,61 68 9,08 242 32,31
SEREGNO 476 48,92 208 21,38 289 29,70
SEVESO 331 50,46 191 29,12 134 20,43
VAREDO 229 53,76 77 18,08 120 28,17
TOT. COLL. 25 4.514 53,78 1.632 19,44 2.247 26,77

TOT. MONZA BRIANZA 16.187 54,55 5.458 18,39 8.030 27,06

domenica 25 ottobre 2009

http://www.youtube.com/watch?v=MxkMwFFsCko