I dipendenti comunali sono in agitazione e hanno tutta la mia solidarietà, perché oltre a dover sopportare l’arroganza di sindaco e assessori, adesso subiscono anche il taglio del salario accessorio.
Quando è troppo è troppo, anche perché parliamo di poche migliaia di euro in totale, che possono essere facilmente trovate: spendono 30.000 euro per avere consulenza urbanistica, altre decine di migliaia di euro per le altre consulenze, o per la notte bianca, buttano milioni di euro per non fare il palazzo comunale, e poi se la prendono con i dipendenti comunali, che fanno il loro lavoro, e anche bene.
venerdì 26 settembre 2008
La politica degli insulti
Attaccano il PD per coprire i fallimenti del governo
Aria di nervosismo in casa Pdl. Nonostante la crisi economica e sociale dell’Italia, il dramma di Alitalia, il leader del Pdl e Presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi, va all’attacco del PD e del suo segretario Walter Veltroni. Un nervosismo conseguente al discorso di Veltroni in chiusura della Scuola estiva del PD tenutasi nei giorni scorsi in Toscana, a Cortona, dove il segretario attaccava duramente le politiche del governo di centrodestra, poco interessate a sostenere le famiglie più deboli e come al solito volte a proteggere solo e unicamente gli interessi del premier .
Così il Cavaliere nel suo discorso al comitato costituente del Pdl in corso a Roma al Tempio di Adriano si è lanciato in una dura e pensate invettiva contro Veltroni, ritenendolo un “leader inesistente” nonostante “avesse cominciato bene” e accusando i democratici di scegliere “la stessa linea e i vecchi vizi della loro provenienza storica”. Non solo, dopo il discorso di Veltroni di Cortona, Berlsusconi mette la parola “fine” a qualsiasi possibilità di dialogo con il PD: “Dimentichiamo ogni speranza di poter collaborare con loro, dovrà passare ancora un'altra generazione prima di poter dialogare, perché i protagonisti di oggi sono posseduti da invidia e odio di classe”. Ne suo attacco al PD, il premier, forte dei sondaggi che per ora lo danno ancora in una fase di luna di miele con gli elettori, dichiara di essere convinto che “questa sinistra non andrà al governo per i prossimi 10-15 anni”.
Immediata la replica del PD. “Le dichiarazioni di Berlusconi e di altri esponenti della destra sono gravissime politicamente e offensive sul piano personale” ha subito risposto Goffredo Bettini, coordinatore del PD, secondo il quale “si attacca Veltroni in modo virulento per coprire i fallimenti del governo”. Uno di questi fallimenti, per citarne solo uno, è proprio “Alitalia che si trova nel caos dopo che la destra nei mesi passati ha affossato l’intesa con Air France, che avrebbe mille volte di più tutelato
l’azienda ed i lavoratori”. La verità è un’altra, rileva ancora Bettini: “La verità è che ogni loro promessa ancora una volta sta risultando vana: le tasse sono aumentate, il caro-vita non è sotto controllo, nulla è stato deciso per una ripresa dell’economia, mentre pagano in modo intollerabile i giovani, i pensionati, i salariati e tutti coloro che vivono con un reddito fisso”.
Per Anna Finocchiaro, presidente dei senatori PD, “stiamo assistendo davvero ad uno spettacolo paradossale. Perchè un Presidente del Consiglio, con un consenso che raggiunge ormai il 110% e che sta costruendo, attraverso un processo profondamente democratico, un grande partito (attraverso riunioni di 45 minuti buone solo per i TG), sente il bisogno di attaccare frontalmente Veltroni e il PD? Evidentemente perché egli stesso ha paura che sotto il vestito non ci sia niente”. Infatti la Finocchiaro ripete che “siamo di fronte a un governo che discute una manovra finanziaria di 34 miliardi in un una riunione di 10 minuti, che considera il Parlamento un luogo dove bisogna solo timbrare la volontà di Berlusconi; che sta sfasciando la Scuola con decisioni tali che preoccupano tutte le famiglie italiane, che sta gestendo la vicenda Alitalia al limite dell’irresponsabilità. Per non parlare dei temi della giustizia, della sicurezza e del fantomatico federalismo fiscale finora buono solo per i riti della Lega sul Po.
Per la presidente dei senatori PD non c’è dubbio che “Berlusconi sa bene queste cose e per coprire le proprie magagne non trova niente di meglio che attaccare il PD e il suo segretario attribuendo all’opposizione responsabilità che non ha”.
Il Pdl è nervoso, osserva Bettini perché “non solo il Partito democratico è bene in campo (altro che inesistente!), ma perché la sua opposizione sta mordendo e convincendo, come si vedrà nella grande manifestazione di popolo del 25 ottobre a Roma”.
Aria di nervosismo in casa Pdl. Nonostante la crisi economica e sociale dell’Italia, il dramma di Alitalia, il leader del Pdl e Presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi, va all’attacco del PD e del suo segretario Walter Veltroni. Un nervosismo conseguente al discorso di Veltroni in chiusura della Scuola estiva del PD tenutasi nei giorni scorsi in Toscana, a Cortona, dove il segretario attaccava duramente le politiche del governo di centrodestra, poco interessate a sostenere le famiglie più deboli e come al solito volte a proteggere solo e unicamente gli interessi del premier .
Così il Cavaliere nel suo discorso al comitato costituente del Pdl in corso a Roma al Tempio di Adriano si è lanciato in una dura e pensate invettiva contro Veltroni, ritenendolo un “leader inesistente” nonostante “avesse cominciato bene” e accusando i democratici di scegliere “la stessa linea e i vecchi vizi della loro provenienza storica”. Non solo, dopo il discorso di Veltroni di Cortona, Berlsusconi mette la parola “fine” a qualsiasi possibilità di dialogo con il PD: “Dimentichiamo ogni speranza di poter collaborare con loro, dovrà passare ancora un'altra generazione prima di poter dialogare, perché i protagonisti di oggi sono posseduti da invidia e odio di classe”. Ne suo attacco al PD, il premier, forte dei sondaggi che per ora lo danno ancora in una fase di luna di miele con gli elettori, dichiara di essere convinto che “questa sinistra non andrà al governo per i prossimi 10-15 anni”.
Immediata la replica del PD. “Le dichiarazioni di Berlusconi e di altri esponenti della destra sono gravissime politicamente e offensive sul piano personale” ha subito risposto Goffredo Bettini, coordinatore del PD, secondo il quale “si attacca Veltroni in modo virulento per coprire i fallimenti del governo”. Uno di questi fallimenti, per citarne solo uno, è proprio “Alitalia che si trova nel caos dopo che la destra nei mesi passati ha affossato l’intesa con Air France, che avrebbe mille volte di più tutelato
l’azienda ed i lavoratori”. La verità è un’altra, rileva ancora Bettini: “La verità è che ogni loro promessa ancora una volta sta risultando vana: le tasse sono aumentate, il caro-vita non è sotto controllo, nulla è stato deciso per una ripresa dell’economia, mentre pagano in modo intollerabile i giovani, i pensionati, i salariati e tutti coloro che vivono con un reddito fisso”.
Per Anna Finocchiaro, presidente dei senatori PD, “stiamo assistendo davvero ad uno spettacolo paradossale. Perchè un Presidente del Consiglio, con un consenso che raggiunge ormai il 110% e che sta costruendo, attraverso un processo profondamente democratico, un grande partito (attraverso riunioni di 45 minuti buone solo per i TG), sente il bisogno di attaccare frontalmente Veltroni e il PD? Evidentemente perché egli stesso ha paura che sotto il vestito non ci sia niente”. Infatti la Finocchiaro ripete che “siamo di fronte a un governo che discute una manovra finanziaria di 34 miliardi in un una riunione di 10 minuti, che considera il Parlamento un luogo dove bisogna solo timbrare la volontà di Berlusconi; che sta sfasciando la Scuola con decisioni tali che preoccupano tutte le famiglie italiane, che sta gestendo la vicenda Alitalia al limite dell’irresponsabilità. Per non parlare dei temi della giustizia, della sicurezza e del fantomatico federalismo fiscale finora buono solo per i riti della Lega sul Po.
Per la presidente dei senatori PD non c’è dubbio che “Berlusconi sa bene queste cose e per coprire le proprie magagne non trova niente di meglio che attaccare il PD e il suo segretario attribuendo all’opposizione responsabilità che non ha”.
Il Pdl è nervoso, osserva Bettini perché “non solo il Partito democratico è bene in campo (altro che inesistente!), ma perché la sua opposizione sta mordendo e convincendo, come si vedrà nella grande manifestazione di popolo del 25 ottobre a Roma”.
da Repubblica: In arrivo l'immunità per i ministri
Giustizia, nuovo blitz del Pdl
Il responsabile delle Infrastrutture è sotto processo per favoreggiamento a Livorno
di LIANA MILELLA
Altero Matteoli
ROMA - Un lodo Alfano per il premier Silvio Berlusconi. Per bloccare i suoi processi Mills e Medusa. Quello è già fatto. È alle spalle. Adesso serve un lodo Consolo per il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli, di cui Consolo è pure avvocato. Aennino il ministro, aennino il proponente. Tutto in famiglia. Com'è stato per il lodo Alfano. Uno scudo protettivo per fermare i processi alle alte cariche dello Stato fresco di pochi mesi. Un disegno di legge, pensato e scritto dal deputato Giuseppe Consolo, affidato alle cure del capogruppo di Forza Italia Enrico Costa, nelle prossime "priorità" della commissione Giustizia della Camera.
Una nuova porta aperta verso il definitivo ripristino dell'immunità parlamentare in stile 1948 per tutelare e mettere al riparo chi è già nei guai con la giustizia. In comune con il lodo Alfano la solita norma transitoria, quella che disciplina l'utilizzo di una legge, e che, anche in questo caso come per tutte le leggi ad personam, stabilisce che il lodo Consolo "si applica anche ai procedimenti in corso alla data di entrata in vigore della presente legge".
Giustizia di casa nostra per tutto il governo Berlusconi. Stavolta per i suoi ministri. Per Matteoli in particolare, visto che a Livorno c'è un suo processo per favoreggiamento. Ma vediamo prima la proposta e poi la persona e il processo a cui si applica. Che si va a inventare Consolo per il suo cliente? Una leggina, due articoli in tutto, che rivoluziona le regole costituzionali per i reati ministeriali, quelli commessi da soggetti che sono, o sono stati, ministri. Un giochetto facile facile.
Rendere obbligatoria la richiesta di autorizzazione anche per i reati che, a parere del tribunale dei ministri, non meritano una copertura ministeriale e quindi, stando alle norme attuali, devono essere valutati e investigati dalla procura. Se, a parere dei pm e dei giudici, il delitto è stato commesso, il soggetto va a processo come un normale cittadino.
Eh no, questo a Consolo non sta affatto bene.
Anche perché c'è giusto il suo compagno di partito e legalmente assistito, il ministro Matteoli, ex capogruppo di An al Senato nella scorsa legislatura, e prima ancora ministro dell'Ambiente, che nel 2005 viene messo sotto inchiesta dalla procura di Livorno per aver informato l'allora prefetto della città Vincenzo Gallitto che c'erano delle indagini sul suo conto per l'inchiesta sul "mostro di Procchio", un complesso edilizio in costruzione a Marciana, nell'isola d'Elba.
Il tribunale dei ministri del capoluogo toscano decise che quel reato non aveva niente a che fare con la funzione di ministro ricoperta da Matteoli e rispedì le carte alla procura. Matteoli non si dette per vinto. Divenuto nel frattempo senatore convinse la Camera a sollevare un conflitto di attribuzione contro Livorno per la "ministerialità" del reato. La Consulta lo considera ammissibile e dovrà pronunciarsi. Nel frattempo il processo è congelato. Adesso Consolo lo vuole ibernare definitivamente.
Nel giorno in cui il Guardasigilli Angelino Alfano, alla Camera, strizza l'occhio all'opposizione, in particolare ad Antonio Di Pietro, e dice che si può "aprire un confronto su norme che vietino la candidabilità di persone che siano state condannate con sentenza passata in giudicato" e mentre il Senato, all'opposto, blocca la richiesta di arresti per il pidiellino Nicola Di Girolamo, ecco che si materializza il lodo Consolo, presentato per tempo l'8 maggio 2008, ma rimasto tra le proposte da valutare in commissione. All'improvviso esplode l'urgenza.
Con una legge che mette sullo stesso piano chi è ministro e ha commesso un reato nell'ambito delle sue funzioni, e quindi, in base all'articolo 96 della Costituzione, gode di una parziale tutela in quanto spetta alla Camera o al Senato dare il via libera all'indagine, con chi invece è pur sempre ministro, ma ha commesso un delitto nelle vesti di normale cittadino. Consolo pretende che il tribunale dei ministri trasmetta il fascicolo "con relazione motivata al procuratore della Repubblica per l'immediata rimessione al presidente della Camera competente".
Una surrettizia autorizzazione che verrebbe garantita a un comune cittadino giudicabile per un reato commesso in coincidenza con la funzione di ministro, ma al di fuori del suo lavoro di membro del governo. Un'indebita protezione ad personam, una sorta di invito a delinquere, perché tanto le Camere, come la storia cinquantennale dell'autorizzazione a procedere dimostra ampiamente, sono sempre pronte a negare ai giudici la possibilità di indagare.
(25 settembre 2008)
Il responsabile delle Infrastrutture è sotto processo per favoreggiamento a Livorno
di LIANA MILELLA
Altero Matteoli
ROMA - Un lodo Alfano per il premier Silvio Berlusconi. Per bloccare i suoi processi Mills e Medusa. Quello è già fatto. È alle spalle. Adesso serve un lodo Consolo per il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli, di cui Consolo è pure avvocato. Aennino il ministro, aennino il proponente. Tutto in famiglia. Com'è stato per il lodo Alfano. Uno scudo protettivo per fermare i processi alle alte cariche dello Stato fresco di pochi mesi. Un disegno di legge, pensato e scritto dal deputato Giuseppe Consolo, affidato alle cure del capogruppo di Forza Italia Enrico Costa, nelle prossime "priorità" della commissione Giustizia della Camera.
Una nuova porta aperta verso il definitivo ripristino dell'immunità parlamentare in stile 1948 per tutelare e mettere al riparo chi è già nei guai con la giustizia. In comune con il lodo Alfano la solita norma transitoria, quella che disciplina l'utilizzo di una legge, e che, anche in questo caso come per tutte le leggi ad personam, stabilisce che il lodo Consolo "si applica anche ai procedimenti in corso alla data di entrata in vigore della presente legge".
Giustizia di casa nostra per tutto il governo Berlusconi. Stavolta per i suoi ministri. Per Matteoli in particolare, visto che a Livorno c'è un suo processo per favoreggiamento. Ma vediamo prima la proposta e poi la persona e il processo a cui si applica. Che si va a inventare Consolo per il suo cliente? Una leggina, due articoli in tutto, che rivoluziona le regole costituzionali per i reati ministeriali, quelli commessi da soggetti che sono, o sono stati, ministri. Un giochetto facile facile.
Rendere obbligatoria la richiesta di autorizzazione anche per i reati che, a parere del tribunale dei ministri, non meritano una copertura ministeriale e quindi, stando alle norme attuali, devono essere valutati e investigati dalla procura. Se, a parere dei pm e dei giudici, il delitto è stato commesso, il soggetto va a processo come un normale cittadino.
Eh no, questo a Consolo non sta affatto bene.
Anche perché c'è giusto il suo compagno di partito e legalmente assistito, il ministro Matteoli, ex capogruppo di An al Senato nella scorsa legislatura, e prima ancora ministro dell'Ambiente, che nel 2005 viene messo sotto inchiesta dalla procura di Livorno per aver informato l'allora prefetto della città Vincenzo Gallitto che c'erano delle indagini sul suo conto per l'inchiesta sul "mostro di Procchio", un complesso edilizio in costruzione a Marciana, nell'isola d'Elba.
Il tribunale dei ministri del capoluogo toscano decise che quel reato non aveva niente a che fare con la funzione di ministro ricoperta da Matteoli e rispedì le carte alla procura. Matteoli non si dette per vinto. Divenuto nel frattempo senatore convinse la Camera a sollevare un conflitto di attribuzione contro Livorno per la "ministerialità" del reato. La Consulta lo considera ammissibile e dovrà pronunciarsi. Nel frattempo il processo è congelato. Adesso Consolo lo vuole ibernare definitivamente.
Nel giorno in cui il Guardasigilli Angelino Alfano, alla Camera, strizza l'occhio all'opposizione, in particolare ad Antonio Di Pietro, e dice che si può "aprire un confronto su norme che vietino la candidabilità di persone che siano state condannate con sentenza passata in giudicato" e mentre il Senato, all'opposto, blocca la richiesta di arresti per il pidiellino Nicola Di Girolamo, ecco che si materializza il lodo Consolo, presentato per tempo l'8 maggio 2008, ma rimasto tra le proposte da valutare in commissione. All'improvviso esplode l'urgenza.
Con una legge che mette sullo stesso piano chi è ministro e ha commesso un reato nell'ambito delle sue funzioni, e quindi, in base all'articolo 96 della Costituzione, gode di una parziale tutela in quanto spetta alla Camera o al Senato dare il via libera all'indagine, con chi invece è pur sempre ministro, ma ha commesso un delitto nelle vesti di normale cittadino. Consolo pretende che il tribunale dei ministri trasmetta il fascicolo "con relazione motivata al procuratore della Repubblica per l'immediata rimessione al presidente della Camera competente".
Una surrettizia autorizzazione che verrebbe garantita a un comune cittadino giudicabile per un reato commesso in coincidenza con la funzione di ministro, ma al di fuori del suo lavoro di membro del governo. Un'indebita protezione ad personam, una sorta di invito a delinquere, perché tanto le Camere, come la storia cinquantennale dell'autorizzazione a procedere dimostra ampiamente, sono sempre pronte a negare ai giudici la possibilità di indagare.
(25 settembre 2008)
Ai miei tempi….
Posted by Sciura Pina under: i giorni della scuola; passato (quasi) remoto; personali . http://ww3,sciurapina.net
Mi par di capire, leggendo sondaggi e sentendo discussioni televisive, che da parte “dell’opinione pubblica” ci sarebbe un deciso gradimento nei confronti della proposta di tornare al maestro unico, inoltre, sempre in tema di razionalizzazione (leggi tagli sulla spesa) si propone di innalzare il numero degli allievi per classe.
Un bel ritorno all’antico, non c’è che dire, anche la mia maestra, “unica” in molti sensi, cinquant’anni fa gestiva con pugno di ferro e guanto di velluto una trentina di bambine, ma sicuramente eravamo una classe molto diversa da quelle attuali.
Eravamo silenziose e tranquille, non ricordo che ci fossero bambine straniere, non ricordo che qualcuno avesse problemi di dislessia, discalculia o disgrafia, la maestra spiegava, noi imparavamo e se, per caso, qualcuno di noi non ce la faceva non c’era bisogno di attuare complicate procedure di recupero, bastava la bocciatura a risolvere ogni problema.
Indossavamo il grembiulino con il fiocco azzurro, avevamo cartelle di cuoio anonime, ma pesantissime, scrivevamo con penna pennino e calamaio, non facevamo mai ginnastica, ma una volta al mese cantavamo in coro con ardore, non studiavamo inglese e, logicamente, il computer era di là da venire.
In compenso la mia mamma pendeva letteralmente dalle labbra della “Signora Maestra” e a nessuno, nemmeno nelle fantasie più sfrenate, sarebbe mai venuto in mente non solo di criticarla, ma neppure di mettere in discussione un suo giudizio o una sua correzione.
Ai miei tempi insegnare doveva essere decisamente più facile
Mi par di capire, leggendo sondaggi e sentendo discussioni televisive, che da parte “dell’opinione pubblica” ci sarebbe un deciso gradimento nei confronti della proposta di tornare al maestro unico, inoltre, sempre in tema di razionalizzazione (leggi tagli sulla spesa) si propone di innalzare il numero degli allievi per classe.
Un bel ritorno all’antico, non c’è che dire, anche la mia maestra, “unica” in molti sensi, cinquant’anni fa gestiva con pugno di ferro e guanto di velluto una trentina di bambine, ma sicuramente eravamo una classe molto diversa da quelle attuali.
Eravamo silenziose e tranquille, non ricordo che ci fossero bambine straniere, non ricordo che qualcuno avesse problemi di dislessia, discalculia o disgrafia, la maestra spiegava, noi imparavamo e se, per caso, qualcuno di noi non ce la faceva non c’era bisogno di attuare complicate procedure di recupero, bastava la bocciatura a risolvere ogni problema.
Indossavamo il grembiulino con il fiocco azzurro, avevamo cartelle di cuoio anonime, ma pesantissime, scrivevamo con penna pennino e calamaio, non facevamo mai ginnastica, ma una volta al mese cantavamo in coro con ardore, non studiavamo inglese e, logicamente, il computer era di là da venire.
In compenso la mia mamma pendeva letteralmente dalle labbra della “Signora Maestra” e a nessuno, nemmeno nelle fantasie più sfrenate, sarebbe mai venuto in mente non solo di criticarla, ma neppure di mettere in discussione un suo giudizio o una sua correzione.
Ai miei tempi insegnare doveva essere decisamente più facile
venerdì 12 settembre 2008
NOTTE BIANCA DELLA BRIANZA, CHI PAGA E CHI CI GUADAGNA.
L’organizzazione della notte bianca della Brianza è stata affidata alla società MB Eventi, con sede in via Umberto 1 n° 59, che a quanto mi risulta è lo stesso indirizzo della sede locale di AN, partito all’interno del quale milita l’assessore di riferimento. Tale società ha poi come amministratore unico un consigliere comunale di Seveso, del partito del popolo della libertà, classe 1982, che dal sito del Comune di Seveso si presenta come “laureando in relazione pubbliche”.
La determina di affidamento dell’incarico prevede di erogare la somma di 10.000 euro alla società in oggetto, e la stessa afferma che “L’importo delle sponsorizzazioni potrà essere aumentato oltre la soglia minima, e che MB Eventi tratterrà il 10% di essa”
Per la notte bianca della Brianza il Comune (cioè noi) esborsa 36.000 euro, la Regione (cioè noi ) 2000 euro, la Provincia (cioè noi) 8000 euro, AEB (cioè noi) 12.000 euro, Gelsia (cioè noi) 2500 euro, per un totale di 60.500 euro che i cittadini di Seregno pagano direttamente o indirettamente.
La determina di affidamento dell’incarico prevede di erogare la somma di 10.000 euro alla società in oggetto, e la stessa afferma che “L’importo delle sponsorizzazioni potrà essere aumentato oltre la soglia minima, e che MB Eventi tratterrà il 10% di essa”
Per la notte bianca della Brianza il Comune (cioè noi) esborsa 36.000 euro, la Regione (cioè noi ) 2000 euro, la Provincia (cioè noi) 8000 euro, AEB (cioè noi) 12.000 euro, Gelsia (cioè noi) 2500 euro, per un totale di 60.500 euro che i cittadini di Seregno pagano direttamente o indirettamente.
PRANZO DI FERRAGOSTO
ristorante “Mucca e Bufala” prenotando ben 300 posti a sedere
L’amministrazione comunale, allo stesso ristorante, come da risposta a una mia interpellanza del 9/5/06, aveva emesso una ordinanza di riportare nei limiti la superficie destinata a ristorante.
Presumo che tale ordinanza non sia stata rispettata, e l’amministrazione, invece di perseguire tale comportamento, lo ha premiato, erogando 22 euro a persona per il pranzo di ferragosto.
Inoltre l’offerta è pervenuta dalla società Nova Vis srl, mentre la convenzione con il Comune di Seregno per l’esercizio della ludoteca è avvenuta con la società Nuovo Borgo srl
L’offerta fatta dalla società che gestisce il Mucca e Bufala è 22 euro + Iva al 4%, mentre l’altro ristorante ha fatto l’offerta con IVA al 10%. Sulle somministrazioni l’IVA è al 10%, sulle ludoteche il 4%.!
Ricapitolando:
Il Comune ha stipulato una convenzione con la società NUOVO BORGO srl che aveva come oggetto una ludoteca
Oggi invece del Bingo c’è Il Ristorante Mucca e Bufala, gestito dalla NOVA vis che presumo non abbia nessuna licenza dall’amministrazione comunale, mentre il NUOVO BORGO srl ha una licenza principale come ludoteca e all’interno della ludoteca può adibire un piccolo spazio per la somministrazione di alimenti;
La ludoteca non esiste più e tutto lo spazio è diventato ristorante;
A seguito delle mie interpellanze è stata comminata una sanzione di ben 300 euro e l’ordinanza di riportare nei limiti la superficie destinata al ristorante;
Ancora nel novembre 2007 chiedevo:
• È stata pagata la sanzione?
• È stata rispettata l’ordinanza di cui sopra?
Non ho ancora ricevuto risposta, dopo ben un anno, quindi presumo che l’ordinanza non si sia fatta rispettare!
L’amministrazione comunale invece di far rispettare l’ordinanza, ha prenotato e pagato ben 300 posti per il pranzo di ferragosto
Mi chiedo e vi chiedo:
• È legittimo scegliere per il pranzo di ferragosto un ristorante al quale il Comune ha emesso un’ordinanza di ridurre i posti a sedere?
• Perché l’ordinanza non viene fatta rispettare?
• Perché l’assessore si ostina a non rispondere alle interpellanze in oggetto?
• Nella società NOVA VIS srl e NUOVO BORGO srl ci sono consiglieri o assessori in qualità di soci o amministratori?
• Che cosa avrebbe fatto l’amministrazione se il locale Barbarossa non avesse rispettato una ordinanza?
L’amministrazione comunale, allo stesso ristorante, come da risposta a una mia interpellanza del 9/5/06, aveva emesso una ordinanza di riportare nei limiti la superficie destinata a ristorante.
Presumo che tale ordinanza non sia stata rispettata, e l’amministrazione, invece di perseguire tale comportamento, lo ha premiato, erogando 22 euro a persona per il pranzo di ferragosto.
Inoltre l’offerta è pervenuta dalla società Nova Vis srl, mentre la convenzione con il Comune di Seregno per l’esercizio della ludoteca è avvenuta con la società Nuovo Borgo srl
L’offerta fatta dalla società che gestisce il Mucca e Bufala è 22 euro + Iva al 4%, mentre l’altro ristorante ha fatto l’offerta con IVA al 10%. Sulle somministrazioni l’IVA è al 10%, sulle ludoteche il 4%.!
Ricapitolando:
Il Comune ha stipulato una convenzione con la società NUOVO BORGO srl che aveva come oggetto una ludoteca
Oggi invece del Bingo c’è Il Ristorante Mucca e Bufala, gestito dalla NOVA vis che presumo non abbia nessuna licenza dall’amministrazione comunale, mentre il NUOVO BORGO srl ha una licenza principale come ludoteca e all’interno della ludoteca può adibire un piccolo spazio per la somministrazione di alimenti;
La ludoteca non esiste più e tutto lo spazio è diventato ristorante;
A seguito delle mie interpellanze è stata comminata una sanzione di ben 300 euro e l’ordinanza di riportare nei limiti la superficie destinata al ristorante;
Ancora nel novembre 2007 chiedevo:
• È stata pagata la sanzione?
• È stata rispettata l’ordinanza di cui sopra?
Non ho ancora ricevuto risposta, dopo ben un anno, quindi presumo che l’ordinanza non si sia fatta rispettare!
L’amministrazione comunale invece di far rispettare l’ordinanza, ha prenotato e pagato ben 300 posti per il pranzo di ferragosto
Mi chiedo e vi chiedo:
• È legittimo scegliere per il pranzo di ferragosto un ristorante al quale il Comune ha emesso un’ordinanza di ridurre i posti a sedere?
• Perché l’ordinanza non viene fatta rispettare?
• Perché l’assessore si ostina a non rispondere alle interpellanze in oggetto?
• Nella società NOVA VIS srl e NUOVO BORGO srl ci sono consiglieri o assessori in qualità di soci o amministratori?
• Che cosa avrebbe fatto l’amministrazione se il locale Barbarossa non avesse rispettato una ordinanza?
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