lunedì 24 novembre 2008

Il crollo della scuola: Berlusconi, «Fatalità»

«Credo che ieri il crollo della scuola di Torino sia stata una drammatica fatalità»: questo è stato il raggelante commento di Silvio Berlusconi, in piena campagna elettorale per le regionali in Abruzzo. Non solo: «È una responsabilità delle Province», ha aggiunto, lodando invece nel contempo l’operato del suo governo che ha fatto “un piano di verifica” sulle 100 scuole più malmesse. Dichiarazioni che sono piovute sul dolore di una comunità, a Rivoli, dove nel pomeriggio di domenica è stato organizzato un presidio di genitori e di studenti davanti al Liceo Newton, dopo la tragedia in cui è rimasto ucciso un ragazzo di 17 anni e altri venti sono feriti, fra cui uno gravissimo, che rischia di rimanere paralizzato e che anche oggi verrà sottoposto a un nuovo delicatissimo intervento.
Dolore, rabbia, commozione, sono i sentimenti degli studenti del liceo Darwin, che nel pomeriggio hanno anche organizzato un corteo che, dopo aver raggiunto il cinema Massimo di Torino, dove è in corso il Festival cinematografico diretto da Nanni Moretti (gridando :«Vergona, vergogna»), hanno raggiunto la Prefettura.
«Non è possibile che nel 2008 un ragazzo debba perdere la vita nella propria scuola», si legge su un biglietto appeso all'ingresso dell'istituto. «Dolce angelo, tu in questa maledetta scuola ti sei spento ingiustamente», recita un biglietto dedicato a Vito Scafidi, il diciassettenne vittima dell'incidente. «Forse anche tu come me ieri non avevi voglia di andare a scuola», si legge su un altro biglietto firmato «Con immensa rabbia e con il cuore in lacrime» dalla compagna Silvia.
Qualcuno ha lasciato anche dei fiori. Una rosa blu, una margherita: «Non ti conoscevo - è scritto su un biglietto attacco a uno dei mazzi - ma la tua morte mi ha lasciato senza parole. Addio Vito».

È agli studenti di questa «maledetta scuola» che Berlusconi ha fatto sapere che «si è trattato di una fatalità. Il preside è una persona avveduta, sensata e corretta – ha continuato -. Anche i professori, come mi ha detto la Gelmini, non sarebbero mai entrati in un'aula dove ci fosse pericolo». Comunque il governo interverrà: con quanti soldi? «Un importo di alcuni milioni di euro, mi pare settanta, ma non sono sicuro della cifra». Su quante scuole? «Mi sembra di ricordare che sono 2.500 le scuole su cui intervenire». A dar manforte al premier è intervenuto anche il ministro Renato
Brunetta, che ha riconosciuto che esistono problemi di manutenzione nelle scuole come nel resto del patrimonio pubblico del Paese, ma che si è soprattutto preoccupato di rassicurare perché «esistono migliaia, decine di migliaia di plessi scolastici con comunità di insegnati , studenti, presidi, genitori bene attenti ai loro figli, alla loro scuola, e la stragrande maggioranza del sistema va, non va come dovrebbe andare, però va». E i tagli? «Sono sui dipendenti, sui salari, sono razionalizzazioni sul personale, non tanto non sulle infrastrutture». E se per l'eventuale mancata
manutenzione c'è una responsabilità «è quella della finanziaria dell'anno precedente».