venerdì 6 febbraio 2009

I medici devono solo curare

Arrivano da ogni parte critiche all'emendamento leghista approvato oggi dal Senato. La protesta è del tutto trasversale e non conosce barriere ideologiche o confessionali:

A puntare il dito contro la misura è, per esempio il presidente dei medici cattolici, Vincenzo Saraceni. "Sono certo - spiega all'ADNKRONOS SALUTE il presidente dell'Amci - che i medici si asterranno dal denunciare gli irregolari a cui prestano cure. E anche noi daremo indicazioni in tal senso, fatta eccezione, chiaramente, per quei pazienti che si sono macchiati di gravi crimini. Ma questo vale anche per gli italiani, non solo per gli immigrati. Siamo preoccupati - ha aggiunto - che gli irregolari non si rivolgano più al Ssn, per comprensibile paura". E su eventuali ripercussioni sulla salute della collettività, Saraceni riconosce: "non vorrei agitare spettri, ma è chiaro che se una malattia infettiva non viene curata cresce il rischio che si diffonda. E comunque, al di là di questo aspetto, siamo preoccupati per la salute dei singoli".

"La scelta - ha dichiarato Stefano Biasioli, Presidente Nazionale CIMO-ASMD - di 156 Senatori di votare a favore di un anomalo emendamento, che costringerebbe i medici a denunciare lo straniero irregolare che si rivolge alle strutture sanitarie, non provoca meraviglia ma ribrezzo nei medici del SSN. Ciascuno di noi - ha aggiunto Biasioli - ha giurato, all'inizio della sua professione, di curare in maniera uguale tutti i pazienti che necessitino di cure mediche. Il giuramento d'Ippocrate è certamente prioritario rispetto a "certe regole/norme" dello Stato, soprattutto se in grave sospetto di incostituzionalità e di razzismo". "Per il bene di questo Paese, la CIMO si augura che la Camera voglia cancellare rapidamente l'emendamento in questione, indegno di un Paese civile. In caso contrario i medici continueranno a comportarsi come hanno fatto sinora: ossia curando la persona malata senza chiederle né la residenza, né la religione, né la cittadinanza".

"Come rappresentante dei medici che operano negli ospedali pubblici e che quotidianamente vivono a contatto con pazienti di qualsiasi provenienza - commenta il Segretario Nazionale Anaao Assomed Carlo Lusenti - posso testimoniare l'importanza di non avere limitazioni nell'accoglienza dei malati per prevenire pericolose quanto evitabili forme di discriminazione che in questo ambito potrebbero portare a situazioni di vero e proprio allarme sanitario. Sono costretto ancora una volta a constatare - conclude Lusenti - la preoccupante superficialità che il Governo non perde occasione di dimostrare nei confronti dei problemi della salute e della sanità di questo Paese.

Anche la FP CGIL attraverso il segretario nazionale Massimo Cozza annuncia che "I medici e gli infermieri al pronto soccorso degli ospedali non faranno i delatori né le spie verso i clandestini che hanno necessità di curarsi. Non chiederemo i documenti, rispettando la deontologia e la Costituzione che antepongono il diritto alla salute e alla cura". La norma abolita - incalza il sindacalista - era una norma di civiltà e di tutela della salute collettiva".

"Il provvedimento contiene ombre e criticità che occorreva evitare con saggezza". Questo il pensiero di Giuseppe Garraffo Segretario Generale Cisl Medici - che ha aggiunto: "per la generalità dei medici il DDL approvato dal Senato è criticabile sul piano normativo, su quello etico-deontologico e su quello più strettamente sanitario-epidemiologico". "E' stato un errore, uno scivolone politico-parlamentare eliminare il divieto al medico di denunciare i pazienti immigrati clandestini". "E' di difficile comprensione e autolesionistico l'uso della discriminazione sanitaria nei riguardi dei clandestini". "Il medico deve agire secondo coscienza e i principi umanitari devono valere per tutti". "Una normativa sbagliata può rapidamente favorire il realizzarsi di una sanità clandestina e illegale con conseguente pericolo sociale derivante da gravi carenze della profilassi igienico sanitaria