RANGOON - La leader dell'opposizione in Myanmar (ex Birmania), Aung San Suu Kyi, è stata incriminata per aver violato gli arresti domiciliari in occasione della visita non autorizzata di un americano alla sua residenza e il suo processo si aprirà il 18 maggio. Lo ha reso noto il legale del premio Nobel per la pace. Gli Stati Uniti hanno chiesto il rilascio «immediato» di Aung San Suu Kyi: la donna, temuta oppositrice del regime militare di Myanmar, «non dovrebbe essere agli arresti domiciliari, e tantomeno in carcere», ha detto il portavoce del Dipartimento di Stato, Ian Kell. Da parte sua il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, si è detto «seriamente preoccupato» per l'incriminazione del premio Nobel per la pace che il governo birmano ha fatto di nuovo trasferire in carcere.
INCRIMINATA - San Suu Kyi, 63 anni, che ha
trascorso tredici degli ultimi 19 anni agli arresti, è accusata di aver infranto le regole degli arresti domiciliari, che durano dal 2003. Con lei sono stati incriminati anche due sue collaboratrici domestiche. Il fatto a cui fa riferimento l'incriminazione è il gesto di un cittadino americano, John William Yettaw (o Yeattaw secondo altre agenzie), che una decina di giorni fa si era introdotto furtivamente nella sua residenza a nuoto per renderle visita e per questo era stato arrestato per violazione delle regole sull'immigrazione e sulla sicurezza. Suu Kyi è stata portata nel carcere di Insein, a Rangoon, ha dichiarato l'avvocato Hla Myo Myint. Se sarà riconosciuta colpevole, la leader della Lega nazionale per la democrazia rischia da tre a cinque anni per visita non autorizzata. La precedente condanna di Suu Kyi scade il prossimo 27 maggio.
ONU - Il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, si è detto «seriamente preoccupato» per l'incriminazione di San Suu Kyi. Lo ha riferito una portavoce delle Nazioni Unite, aggiungendo che «Kyi è una partner essenziale nel dialogo per la riconciliazione del Paese» e ha chiesto al governo di non intraprendere nuove azioni che possano minare il processo». La portavoce ha ricordato che il segretario generale ha sottolineato più volte che «Aung San Suuu Kyi, e tutti coloro che hanno un contributo da dare al futuro, del Paese devono essere liberi di farlo». Il relatore delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani in Birmania, Tomas Ojea Quintana, ha definito «illegale» la detenzione dell’oppositrice birmana e ha richiesto la sua liberazione «incondizionata. Per garantire la transizione democratica e la riconciliazione nazionale per cui sono impegnati i dirigenti birmani, tutti i 2.156 prigionieri di coscienza attualmente detenuti dovrebbero essere liberati prima delle elezioni del 2010».
ITALIA CONVOCA AMBASCIATORE - L'ambasciatore birmano a Roma è stato convocato dal ministero degli Esteri per una protesta ufficiale. Lo ha riferito Margherita Boniver, inviato speciale del governo per le emergenze umanitarie.
venerdì 15 maggio 2009
Quando il premier disse: «Quelle navi non vanno fermate»
Il 30 marzo del 1997, giorno di Pasqua, Silvio Berlusconi è a Brindisi con i 34 albanesi sopravvissuti al naufragio del 28 marzo (Ansa/Caricato)
«Dov’è la cipolla, piagnina?» Erano i primi di aprile del ’97 e il leghista Daniele Roscia, sfottendo Silvio Berlusconi per le lacrime versate sugli albanesi morti sulla nave speronata da una corvetta della Marina italiana, non poteva immaginare che un giorno il Cavaliere avrebbe blindato con la fiducia un decreto come quello di ieri fortissimamente voluto dalla Lega.
Rileggere quanto disse allora il leader azzurro, deciso a sottolineare i contrasti dentro il governo Prodi che per arginare gli sbarchi in Puglia aveva varato il pattugliamento delle coste andando incontro alla spaventosa tragedia della «Kater I Rades » affondata con una manovra sbagliata dalla «Sibilla», è fonte di sorprese. Per cominciare, secondo l’Ansa, il leader azzurro accorso a Brindisi a incontrare i sopravvissuti, ricordò che «l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati aveva espresso deplorazione su questa misura del blocco navale: ora dopo quello che è successo, dobbiamo riscattare la nostra immagine e dobbiamo fare tutto ciò che le nostre possibilità ci consentono, non solo con il nostro esercito per proteggere gli aiuti, ma dobbiamo essere tutti noi generosi». Quindi, offerta ospitalità personale a una dozzina di profughi, espresse «le sue riserve sul pattugliamento» e smentì assolutamente a Repubblica che Romano Prodi l’avesse preavvertito: «Non sono stato informato né di blocchi né di pattugliamenti. Prodi mi aveva informato dell’intervento finalmente possibile in Albania, dicendomi che era stato trovato un accordo con i paesi di cui mi ha fatto i nomi — Portogallo, Francia, Grecia ed altri — per una missione di pace. Su questo, io ho detto 'Sono pienamente d’accordo'. Tra l’altro ho studiato diritto della navigazione, a suo tempo: so che nessuno può fermare navi civili in acque non territoriali, non è previsto assolutamente un diritto di questo genere da parte di nessuno Stato. Se avessi sentito parlare di blocco navale, avrei subito drizzato le antenne».
Di più, aggiunse all’Ansa: «Credo che l’Italia non possa accettare di dare al mondo l’immagine di chi butta a mare qualcuno che fugge da un Paese vicino, temendo per la sua vita, cercando salvezza e scampo in un paese che ritiene amico. Il nostro dovere è quello di dare temporaneo accoglimento a chi si trova in queste condizioni ». E chiuse: «Dobbiamo lavare questa macchia, che sarà pure venuta dalla sfortuna, ma che è venuta da una decisione che non si doveva prendere».
Il giorno dopo, mentre a sinistra si sbranavano sul tema dell’accoglienza e tentavano di arginare l’indignazione sventolando un sondaggio secondo cui, come avrebbe scritto Filippo Ceccarelli, appena un quarto degli intervistati giudicava il pianto berlusconiano «sincero », il Cavaliere spiegava a Raffaella Silipo, de La Stampa d’essere schifato dalle reazioni: «Vogliono strumentalizzare il mio gesto e trasformare una grande tragedia in una piccola e sciagurata polemica politica. D’altronde è inevitabile, quando si guarda con occhi sporchi a cose chiare e pulite». A farlo precipitare in Puglia, spiegò, era stata l’indifferenza degli altri: «Vede, io li ho visti, i superstiti del naufragio. Erano disperati. E nessuno era lì con loro, nessuno gli ha detto niente, capito? Si parla di settanta morti, venti bambini, una tragedia paragonabile a Ustica, e questi qui, dal presidente della Repubblica al presidente del Consiglio al ministro della Difesa, restano a casa loro? È drammatico ». Dodici anni dopo, riesaminati gli studi di «diritto della navigazione» a proposito dei pattugliamenti navali, ha cambiato parere: «Fuori dai confini vale il nostro diritto, previsto dai trattati internazionali, di respingerli ». E il voto di ieri, marcato dal trionfo della Lega Nord, sigilla la conclusione di un percorso di progressivo avvicinamento ai temi cari al Carroccio.
Daremo a Silvio la tessera perché si è 'pontidizzato'», gongolava giorni fa Roberto Calderoli. Padano ad honorem. Una onorificenza che gli sarebbe stata difficile da guadagnare quel giorno in cui, nella intervista citata a La Stampa dopo la tragedia della nave albanese, confidò pensieri che in bocca altrui gli suonerebbero, diciamo così, «buonisti» e «cattocomunisti »: «Siamo stati chiusi nell’egoismo, non possiamo permettere che succeda più nel nostro Paese. Non possiamo chiudere le porte, 58 milioni di italiani che stanno bene non possono respingere povere persone che vengono qui per cercare un po’ di libertà. Domandiamoci se la tragedia non è anche dovuta, almeno in parte a quel coro di ''gettateli a mare, sono tutti delinquenti'' sentito nei giorni scorsi».
Un monito antirazzista, ironizzerà qualcuno, arrivato dodici anni prima di quello di Giorgio Napolitano...
Gian Antonio Stella
il corriere.it
«Dov’è la cipolla, piagnina?» Erano i primi di aprile del ’97 e il leghista Daniele Roscia, sfottendo Silvio Berlusconi per le lacrime versate sugli albanesi morti sulla nave speronata da una corvetta della Marina italiana, non poteva immaginare che un giorno il Cavaliere avrebbe blindato con la fiducia un decreto come quello di ieri fortissimamente voluto dalla Lega.
Rileggere quanto disse allora il leader azzurro, deciso a sottolineare i contrasti dentro il governo Prodi che per arginare gli sbarchi in Puglia aveva varato il pattugliamento delle coste andando incontro alla spaventosa tragedia della «Kater I Rades » affondata con una manovra sbagliata dalla «Sibilla», è fonte di sorprese. Per cominciare, secondo l’Ansa, il leader azzurro accorso a Brindisi a incontrare i sopravvissuti, ricordò che «l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati aveva espresso deplorazione su questa misura del blocco navale: ora dopo quello che è successo, dobbiamo riscattare la nostra immagine e dobbiamo fare tutto ciò che le nostre possibilità ci consentono, non solo con il nostro esercito per proteggere gli aiuti, ma dobbiamo essere tutti noi generosi». Quindi, offerta ospitalità personale a una dozzina di profughi, espresse «le sue riserve sul pattugliamento» e smentì assolutamente a Repubblica che Romano Prodi l’avesse preavvertito: «Non sono stato informato né di blocchi né di pattugliamenti. Prodi mi aveva informato dell’intervento finalmente possibile in Albania, dicendomi che era stato trovato un accordo con i paesi di cui mi ha fatto i nomi — Portogallo, Francia, Grecia ed altri — per una missione di pace. Su questo, io ho detto 'Sono pienamente d’accordo'. Tra l’altro ho studiato diritto della navigazione, a suo tempo: so che nessuno può fermare navi civili in acque non territoriali, non è previsto assolutamente un diritto di questo genere da parte di nessuno Stato. Se avessi sentito parlare di blocco navale, avrei subito drizzato le antenne».
Di più, aggiunse all’Ansa: «Credo che l’Italia non possa accettare di dare al mondo l’immagine di chi butta a mare qualcuno che fugge da un Paese vicino, temendo per la sua vita, cercando salvezza e scampo in un paese che ritiene amico. Il nostro dovere è quello di dare temporaneo accoglimento a chi si trova in queste condizioni ». E chiuse: «Dobbiamo lavare questa macchia, che sarà pure venuta dalla sfortuna, ma che è venuta da una decisione che non si doveva prendere».
Il giorno dopo, mentre a sinistra si sbranavano sul tema dell’accoglienza e tentavano di arginare l’indignazione sventolando un sondaggio secondo cui, come avrebbe scritto Filippo Ceccarelli, appena un quarto degli intervistati giudicava il pianto berlusconiano «sincero », il Cavaliere spiegava a Raffaella Silipo, de La Stampa d’essere schifato dalle reazioni: «Vogliono strumentalizzare il mio gesto e trasformare una grande tragedia in una piccola e sciagurata polemica politica. D’altronde è inevitabile, quando si guarda con occhi sporchi a cose chiare e pulite». A farlo precipitare in Puglia, spiegò, era stata l’indifferenza degli altri: «Vede, io li ho visti, i superstiti del naufragio. Erano disperati. E nessuno era lì con loro, nessuno gli ha detto niente, capito? Si parla di settanta morti, venti bambini, una tragedia paragonabile a Ustica, e questi qui, dal presidente della Repubblica al presidente del Consiglio al ministro della Difesa, restano a casa loro? È drammatico ». Dodici anni dopo, riesaminati gli studi di «diritto della navigazione» a proposito dei pattugliamenti navali, ha cambiato parere: «Fuori dai confini vale il nostro diritto, previsto dai trattati internazionali, di respingerli ». E il voto di ieri, marcato dal trionfo della Lega Nord, sigilla la conclusione di un percorso di progressivo avvicinamento ai temi cari al Carroccio.
Daremo a Silvio la tessera perché si è 'pontidizzato'», gongolava giorni fa Roberto Calderoli. Padano ad honorem. Una onorificenza che gli sarebbe stata difficile da guadagnare quel giorno in cui, nella intervista citata a La Stampa dopo la tragedia della nave albanese, confidò pensieri che in bocca altrui gli suonerebbero, diciamo così, «buonisti» e «cattocomunisti »: «Siamo stati chiusi nell’egoismo, non possiamo permettere che succeda più nel nostro Paese. Non possiamo chiudere le porte, 58 milioni di italiani che stanno bene non possono respingere povere persone che vengono qui per cercare un po’ di libertà. Domandiamoci se la tragedia non è anche dovuta, almeno in parte a quel coro di ''gettateli a mare, sono tutti delinquenti'' sentito nei giorni scorsi».
Un monito antirazzista, ironizzerà qualcuno, arrivato dodici anni prima di quello di Giorgio Napolitano...
Gian Antonio Stella
il corriere.it
mercoledì 13 maggio 2009
SIAMO ALLE COMICHE
Un amministrazione come questa, che non ha fatto nulla per 5 anni, cerca di distrarre l’opinione pubblica arrogandosi meriti non suoi .
Ci aveva già provato con l’inaugurazione della nuova biblioteca, poi si erano presi il merito di essere stati loro a segnalare alla Procura della Repubblica la discarica dell’ndrangheta (quando in realtà i controlli della polizia municipale sono partiti da una mia interpellanza del 2005).
Adesso, inaugurando il parco Papa Wojtyla di via Stoppani (l’ex area giostre) sostengono di aver salvato quell’area degradata dalla cementificazione. Forse è vero, ma solo nel senso che loro volevano la “Pavimentazione”, volevano trasformarla nell’area mercato.
La giunta Perego invece scelse di trasformare quell’area in parco, e stipulò una convenzione con il proprietario dell’area per farsela cedere. In base a questa convenzione l’attuale maggioranza di centro destra si è vista obbligata, e ripeto obbligata a realizzare il parco. C’è di più, in quasi 5 anni questa amministrazione non ha prodotto un metro quadrato di verde, al netto dei progetti che ha ereditato dalla precedente amministrazione. Se a Seregno c’è ancora un po’ di verde e qualche parco è nato (Papa Wojtyla, 2 giugno, John Lennon, San Salvatore, San Carlo) è grazie alla decennale amministrazione del centrosinistra. Non solo non hanno prodotto un metro di verde, ma lo stesso verde esistente è in pericolo, altrimenti non si spiegherebbe il motivo per cui il piano di governo del Territorio, già pronto, non è ancora stato portato in Consiglio Comunale. Il Meredo e l’area verde di San Giuseppe sono fortemente a rischio. Non vogliamo meriti, ma neanche che gli altri si prendano meriti non propri.
N.B. Papa Giovanni Paolo II quando è arrivato in Italia la sua nazione di origine, la Polonia, non era nella CEE. Quindi tecnicamente lui era un extracomunitario. Chissà cosa avrebbe detto delle leggi razziali di oggi riviste e corrette.
Ci aveva già provato con l’inaugurazione della nuova biblioteca, poi si erano presi il merito di essere stati loro a segnalare alla Procura della Repubblica la discarica dell’ndrangheta (quando in realtà i controlli della polizia municipale sono partiti da una mia interpellanza del 2005).
Adesso, inaugurando il parco Papa Wojtyla di via Stoppani (l’ex area giostre) sostengono di aver salvato quell’area degradata dalla cementificazione. Forse è vero, ma solo nel senso che loro volevano la “Pavimentazione”, volevano trasformarla nell’area mercato.
La giunta Perego invece scelse di trasformare quell’area in parco, e stipulò una convenzione con il proprietario dell’area per farsela cedere. In base a questa convenzione l’attuale maggioranza di centro destra si è vista obbligata, e ripeto obbligata a realizzare il parco. C’è di più, in quasi 5 anni questa amministrazione non ha prodotto un metro quadrato di verde, al netto dei progetti che ha ereditato dalla precedente amministrazione. Se a Seregno c’è ancora un po’ di verde e qualche parco è nato (Papa Wojtyla, 2 giugno, John Lennon, San Salvatore, San Carlo) è grazie alla decennale amministrazione del centrosinistra. Non solo non hanno prodotto un metro di verde, ma lo stesso verde esistente è in pericolo, altrimenti non si spiegherebbe il motivo per cui il piano di governo del Territorio, già pronto, non è ancora stato portato in Consiglio Comunale. Il Meredo e l’area verde di San Giuseppe sono fortemente a rischio. Non vogliamo meriti, ma neanche che gli altri si prendano meriti non propri.
N.B. Papa Giovanni Paolo II quando è arrivato in Italia la sua nazione di origine, la Polonia, non era nella CEE. Quindi tecnicamente lui era un extracomunitario. Chissà cosa avrebbe detto delle leggi razziali di oggi riviste e corrette.
ANCORA GELSIA
Sappiamo che i CDA di Gelsia ci costano 600.000 euro; adesso chiederò quanto ci costano i direttori generali nominati dai CDA, quanto ci costano le consulenze, e quante persone sono state assunte nell’azienda.
ANCORA UNA CAUSA PERSA.
Ogni volta che va in tribunale il Comune perde. Questa volta riguarda la causa che i sindacati hanno promosso contro il Comune. In sostanza il problema nasce dal fatto che in bilancio c’era una certa cifra, necessaria per pagare il premio di produzione a tutti i dipendenti. L’amministrazione ha preso parte di questa cifra per pagare le posizioni organizzative, con il risultato che la maggior parte dei dipendenti si è visto ridurre notevolmente il premio. Tutto regolare, tutto giusto, dicevano sindaco e segretario. Adesso dicono “No Comment”. E invece noi un commento lo vogliamo, perché si stanno perdendo decine di migliai di euro per cause già perse alla nascita. Che almeno se le pagassero loro. E il compenso per gli avvocati. Non certo il più economico, tanto paga pantalone, mica il Sindaco Mariani
Seregno, siglato Patto per la sicurezza da Il Giorno
Zone a rischio sorvegliate dalle pattuglie di volontari
— SEREGNO —
ULTERIORI misure di sicurezza in un patto stilato su iniziativa del Comune di Seregno con Protezione civile, carabinieri in congedo, guardie ecologiche. Il documento è stato firmato a palazzo Landriani-Caponaghi alla presenza di Alberto Grancini, assessore alla Sicurezza per la Provincia di Milano. È il primo Comune nella Brianza che firma un patto per monitorare il territorio per sostenere la legalità. Saranno impegnati oltre 60 uomini, tutti volontari, delle varie sezioni che permetteranno di aumentare il controllo su zone a rischio come quella di via Comina e Vicenza, su aree dismesse (soprattutto dove esistono i grossi complessi abbandonati come la ex-carburatori Dell’Orto, le Officine Mariani, la ex-clinica Santa Maria, l’area industriale di via Dell’Oca). Luoghi dove trovano rifugio soprattutto sbandati e clandestini.
«Nel patto c’è la volontà di aumentare i controlli nei parchi ma anche in aree di valore architettonico ed artistico come la Torre del Barbarossa, piazza Vittorio Veneto e corso del Popolo - ha specificato il sindaco Giacinto Mariani - per cui con il progetto che abbiamo sottoscritto questi volontari saranno utilizati per aumentare la sicurezza nella nostra città».
La scorso anno la sola Polizia Locale aveva ricevuto 3.982 richieste di interventi per diversi motivi, emesso oltre 8.000 verbali di reati al codice della strada, percorsi oltre 110mila chilometri di strade. «In particolare sotto la lente di ingrandimento - ha concluso - l’area della stazione e i mezzi pubblici con l’obiettivo di aumentare la percezione di sicurezza nella zona ferroviaria e contrastare episodi di vandalismo. L’utilizzo del personale dei carabinieri in congedo, gruppo guidato dal presidente Alessio Ariolfo ex tenente nel comando di piazza Prealpi, garantisce le attività di presidio sul territorio in modo professionale.
«L’IMPIEGO dei volontari della protezione civile coordinati da Vincenzo Marinucci - ha spiegato l’assessore Gianfranco Ciafrone - servirà per promuovere un programma di formazione sulla sicurezza in tutte le scuole del territorio con lezioni riguardanti i rischi legati a casi pratici e comportamenti in situazioni di emergenza». I pattugliamenti verranno svolti nelle ore serali e per l’intera giornata di fine settimana.
Commento: Peccato che il Consiglio comunale non ne sappia nulla!
Cosa faranno queste persone, che poteri avranno, come saranno riconoscibili? E la protezione civile, che ruolo ha in tutto questo? E’ mai possibile che non si sappia niente
— SEREGNO —
ULTERIORI misure di sicurezza in un patto stilato su iniziativa del Comune di Seregno con Protezione civile, carabinieri in congedo, guardie ecologiche. Il documento è stato firmato a palazzo Landriani-Caponaghi alla presenza di Alberto Grancini, assessore alla Sicurezza per la Provincia di Milano. È il primo Comune nella Brianza che firma un patto per monitorare il territorio per sostenere la legalità. Saranno impegnati oltre 60 uomini, tutti volontari, delle varie sezioni che permetteranno di aumentare il controllo su zone a rischio come quella di via Comina e Vicenza, su aree dismesse (soprattutto dove esistono i grossi complessi abbandonati come la ex-carburatori Dell’Orto, le Officine Mariani, la ex-clinica Santa Maria, l’area industriale di via Dell’Oca). Luoghi dove trovano rifugio soprattutto sbandati e clandestini.
«Nel patto c’è la volontà di aumentare i controlli nei parchi ma anche in aree di valore architettonico ed artistico come la Torre del Barbarossa, piazza Vittorio Veneto e corso del Popolo - ha specificato il sindaco Giacinto Mariani - per cui con il progetto che abbiamo sottoscritto questi volontari saranno utilizati per aumentare la sicurezza nella nostra città».
La scorso anno la sola Polizia Locale aveva ricevuto 3.982 richieste di interventi per diversi motivi, emesso oltre 8.000 verbali di reati al codice della strada, percorsi oltre 110mila chilometri di strade. «In particolare sotto la lente di ingrandimento - ha concluso - l’area della stazione e i mezzi pubblici con l’obiettivo di aumentare la percezione di sicurezza nella zona ferroviaria e contrastare episodi di vandalismo. L’utilizzo del personale dei carabinieri in congedo, gruppo guidato dal presidente Alessio Ariolfo ex tenente nel comando di piazza Prealpi, garantisce le attività di presidio sul territorio in modo professionale.
«L’IMPIEGO dei volontari della protezione civile coordinati da Vincenzo Marinucci - ha spiegato l’assessore Gianfranco Ciafrone - servirà per promuovere un programma di formazione sulla sicurezza in tutte le scuole del territorio con lezioni riguardanti i rischi legati a casi pratici e comportamenti in situazioni di emergenza». I pattugliamenti verranno svolti nelle ore serali e per l’intera giornata di fine settimana.
Commento: Peccato che il Consiglio comunale non ne sappia nulla!
Cosa faranno queste persone, che poteri avranno, come saranno riconoscibili? E la protezione civile, che ruolo ha in tutto questo? E’ mai possibile che non si sappia niente
Bankitalia: debito pubblico record - larepubblica.it
ROMA - Nuovo record per il debito pubblico italiano: a marzo si è attestato a 1.741,275 miliardi di euro contro i 1.707,410 del precedente record segnato a febbraio. E' quanto si legge nel supplemento al Bollettino statistico della Banca d'Italia, sull'andamento della finanza pubblica.
E intanto le entrate tributarie continuano a calare: sempre secondo via Nazionale si sono attestate, nel primo trimestre 2009, a 81,016 miliardi, ovvero circa 4 miliardi in meno rispetto agli 85,075 dei primi tre mesi del 2008. La diminuzione percentuale è del 4,8%. Il dato è calcolato al netto dei fondi speciali per la riscossione, cioè importi già incassati ma non ancora suddivisi tra tasse e contributi, che mostrano un leggero scostamento tra i due trimestri considerati.
Tornando al debito, c'è da dire che a marzo cala in comuni e province, mentre resta stabile quello delle Regioni. Più in dettaglio, riguardo ai comuni, a marzo il debito si è attestato a 47,282 miliardi di euro, in calo rispetto ai 48,183 di febbraio. A marzo 2008 era invece a 47,374 miliardi. Le regioni (più le province autonome) hanno visto il loro debito a marzo a quota 43,068 miliardi, stabile rispetto ai 43,026 miliardi di febbraio e in lieve aumento rispetto a marzo 2008 (42,445 miliardi). Infine le province: sempre a marzo hanno registrato un debito di 8,961 miliardi contro i 9,219 del mese precedente e gli 8,867 di marzo 2008.
Complessivamente dunque il debito delle amministrazioni locali (compresa la voce altri enti che, sempre a marzo, segna un debito di 9,3 miliardi) cala da 109,024 miliardi di febbraio a 108,645 miliardi (109,585 a marzo 2008).
E intanto le entrate tributarie continuano a calare: sempre secondo via Nazionale si sono attestate, nel primo trimestre 2009, a 81,016 miliardi, ovvero circa 4 miliardi in meno rispetto agli 85,075 dei primi tre mesi del 2008. La diminuzione percentuale è del 4,8%. Il dato è calcolato al netto dei fondi speciali per la riscossione, cioè importi già incassati ma non ancora suddivisi tra tasse e contributi, che mostrano un leggero scostamento tra i due trimestri considerati.
Tornando al debito, c'è da dire che a marzo cala in comuni e province, mentre resta stabile quello delle Regioni. Più in dettaglio, riguardo ai comuni, a marzo il debito si è attestato a 47,282 miliardi di euro, in calo rispetto ai 48,183 di febbraio. A marzo 2008 era invece a 47,374 miliardi. Le regioni (più le province autonome) hanno visto il loro debito a marzo a quota 43,068 miliardi, stabile rispetto ai 43,026 miliardi di febbraio e in lieve aumento rispetto a marzo 2008 (42,445 miliardi). Infine le province: sempre a marzo hanno registrato un debito di 8,961 miliardi contro i 9,219 del mese precedente e gli 8,867 di marzo 2008.
Complessivamente dunque il debito delle amministrazioni locali (compresa la voce altri enti che, sempre a marzo, segna un debito di 9,3 miliardi) cala da 109,024 miliardi di febbraio a 108,645 miliardi (109,585 a marzo 2008).
lunedì 11 maggio 2009
Zorro di Marco Travaglio
Don Gianni Baget Bozzo avrebbe meritato necrologi un po’ più somiglianti. Ma, si sa: chi nasce è bello, chi si sposa è buono e chi muore è santo. Ora, che il defunto sacerdote fosse santo, è possibile: le vie del Signore sono infinite. Ma che fosse un «genio» o un «eretico», come l’han compianto in molti a destra al centro e a sinistra (infatti era stato, talora contemporaneamente, di destra, di centro e di sinistra), sussiste qualche dubbio. Il «genio» è stato il cappellano di tutti i peggiori soggetti della I e della II Repubblica: Tambroni (uomo dell’asse Dc-Msi), Craxi e Berlusconi. L’«eretico» fu sospeso a divinis non certo per posizioni irregolari, ma perché si era fatto eleggere due volte eurodeputato nel Psi. Campionissimo di conformismo, fu con la destra cattolica e democristiana negli anni 50, col Pci negli anni del sinistrismo imperante, con Bottino Craxi negli anni 80 della Milano da bere e dell’Italia da mangiare, poi con Al Tappone. Senza dimenticare il flirt manipulitista nel 1992-’94 («Di Pietro impressiona per la sua dignità, il suo riserbo, la sua schietta popolanità. È una persona in cui gli italiani credono, ma in lui come pubblico ministero, come uomo del dovere quotidiano, di cui il paese vive»). Il tipico intellettuale italiano: sempre a corte, sempre dove tira il vento, sempre dalla parte del potere politico e culturale. Diceva, restando serio, di sentire le voci dello Spirito Santo, che lo guidava nel suo zig-zag politico e gli suggeriva concetti del tipo: «Craxi è come Cristo sul Calvario» o «Berlusconi è l’Uomo della Provvidenza». Una prece.
Comunicato stampa – 7 maggio 2009 Parco Papa Giovanni II: la storia dimenticata
Ancora menzogne. L’attuale giunta fatica a raccontare le cose come stanno
oppure finge di dimenticare le posizioni che aveva assunto qualche anno fa.
Nessuna cementificazione è stata infatti impedita dalla giunta Mariani. Con la
realizzazione del parco di via Stoppani infatti è stato portato a termine il
progetto previsto per quell’area già dall’amministrazione Perego, e inserito
nell’attuale Prg, che ha creato le condizioni per la sua realizzazione con
l’acquisizione dell'area a costo zero, grazie alla concessione dell’edificabilità
nella zona a sud del parco e che ha posto la fine ad una lunghissimo e
costoso contenzioso tra i proprietari e il comune.
A dire il vero l’attuale maggioranza, allora opposizione, aveva addirittura
proposto di asfaltare l’area per realizzare un piazzale impermeabilizzato da
adibire ad area mercato, soluzione che avrebbe, di fatto, lasciato l’area
inutilizzata per sei giorni alla settimana a differenza del piazzale realmente
realizzato con la duplice funzione di area mercato (al sabato) e parcheggio
per le utenze della vicina stazione ferroviaria (gli altri giorni della settimana).
La dichiarazione del vicesindaco non rappresenta quindi la verità: sarebbe
stato bello, e onesto, segnalare il valore di un intervento iniziato dalla giunta
precedente e concretizzato da quella attuale. Un valore e un’idea di città che,
per una volta, poteva unire le parti. Invece si è voluto, ancora, polemizzare e
non riconoscere la realtà dei fatti.
Circolo di Seregno del Partito Democratico
oppure finge di dimenticare le posizioni che aveva assunto qualche anno fa.
Nessuna cementificazione è stata infatti impedita dalla giunta Mariani. Con la
realizzazione del parco di via Stoppani infatti è stato portato a termine il
progetto previsto per quell’area già dall’amministrazione Perego, e inserito
nell’attuale Prg, che ha creato le condizioni per la sua realizzazione con
l’acquisizione dell'area a costo zero, grazie alla concessione dell’edificabilità
nella zona a sud del parco e che ha posto la fine ad una lunghissimo e
costoso contenzioso tra i proprietari e il comune.
A dire il vero l’attuale maggioranza, allora opposizione, aveva addirittura
proposto di asfaltare l’area per realizzare un piazzale impermeabilizzato da
adibire ad area mercato, soluzione che avrebbe, di fatto, lasciato l’area
inutilizzata per sei giorni alla settimana a differenza del piazzale realmente
realizzato con la duplice funzione di area mercato (al sabato) e parcheggio
per le utenze della vicina stazione ferroviaria (gli altri giorni della settimana).
La dichiarazione del vicesindaco non rappresenta quindi la verità: sarebbe
stato bello, e onesto, segnalare il valore di un intervento iniziato dalla giunta
precedente e concretizzato da quella attuale. Un valore e un’idea di città che,
per una volta, poteva unire le parti. Invece si è voluto, ancora, polemizzare e
non riconoscere la realtà dei fatti.
Circolo di Seregno del Partito Democratico
Seregno, «Rompiamo il silenzio sulle mafie in Brianza - da Il Giorno
Mercoledi un Convegno a Seregno sulla ’ndrangheta per promuovere la cultura della legalità
— SEREGNO —
A SEREGNO, nel 2006, era stato arrestato quello che inquirenti e commissione parlamentare antimafia avevano definito come un esponente di spicco del clan Mancuso, capace di accumulare in un garage un autentico arsenale da guerra; sempre a Seregno, ma anche nella vicina Desio, la ’ndrangheta seppelliva tonnellate di rifiuti pericolosi; fra Desio, Seregno, Giussano, si erano susseguiti incendi dolosi e sparatorie intimidatorie contro le vetrine di bar e negozi.
E non è un caso che proprio a Seregno sia stato organizzato mercoledì sera, al cinema Roma di via Umberto I, un incontro pubblico dal titolo molto significativo: «Rompere il silenzio sulle Mafie in Brianza-Una serata per promuoivere la legalità». No, non è un caso. Perché la mafia, anzi la ’ndrangheta, in Brianza ha messo radici. E non arrivava per caso lo straordinario documentario proiettato a inizio serata: si chiama «Centonove» e racconta la penetrazione inesorabile della ’ndrangheta in Lombardia, dagli affari sporchi a Buccinasco fino alle vicende, faticose ed esaltanti insieme, che hanno portato alla legge che prende il nome da Pio La Torre (ucciso dalla mafia nel 1982) e consente, grazie anche agli sforzi dell’associazione Libera, di confiscare i beni della mafia e destinarli a uso sociale. E il fatto fuori dall’ordinario è che a produrre e trasmettere questo documentario di 35 minuti - scritto e diretto proprio da un seregnese, Marco Tagliabue - sia stata Tsi, la Radiotelevisione svizzera italiana. Assieme allo stesso Tagliabue, all’incontro organizzato dal circolo di Seregno del Pd, c’erano relatori d’eccezione, coordinati dal giornalista Mario Portanova. «I tentacoli della mafia - ha spiegato Tagliabue - arrivano fino in Svizzera e nel Canton Ticino». Il procuratore aggiunto Alberto Nobili, tanti anni alla Direzione distrettuale antimafia di Milano, ha raccontato la sua esperienza di lotta alle mafie: «Dalla meta degli anni Novanta la mafia si è nascosta: dopo il periodo delle stragi che costrinsero lo Stato a una reazione forte, ha deciso di volare basso, ha scelto il silenzio». La droga, al Nord, è la chiave di volta di ogni affare. «In Lombardia - ha detto il magistrato - la ’ndrangheta ha il business straordinario del traffico di cocaina: a Milano ci sono 130mila consumatori abituali, la droga viene comprata in Sudamerica a 1.000-1.500 euro al chilo e rivenduta, dopo averla tagliata e averne ricavati due chili-due chili e mezzo, a 135mila euro al chilo. Il guadagno è stratosferico. E i fiumi di denaro incassati vengono impiegati per comprare imprese, bar, ristoranti, immobili: è una mafia imprenditrice». Il prossimo appuntamento segnato sull’agendina della ’ndrangheta - lo dice l’ultima relazione della Direzione Nazionale Antimafia - è l’Expo 2015. «Avranno vita dura - promette Nobili - ma è una torta ghiotta». I canali che la ’ndrangheta probabilmente percorrerà per impadronirsene, sono sempre gli stessi: intimidazione dei concorrenti e corruzione.
ILARIA RAMONI, dell’Ufficio legale dell’associazione Libera, ha spronato i cittadini a pretendere dai propri amministratori di entrare in possesso dei beni confiscati alla mafia, troppo spesso lasciati improduttivi. Sergio Cannavò, del Centro di azione giuridica di Legambiente Lombardia, ha citato l’ultimo rapporto Ecomafia di Legambiente, che aveva tra i fiori all’occhiello due operazioni maturate proprio nel cuore della Brianza: «Star Wars», della Polizia provinciale, che aveva scoperto i traffici di rifiuti tossici della ’ndrangheta, e la recente operazione «Isola», che aveva messo in ginocchio un clan che aveva allungato le mani sugli appalti di Alta velocità ferroviaria e quarta corsia dell’autostrada A4.
— SEREGNO —
A SEREGNO, nel 2006, era stato arrestato quello che inquirenti e commissione parlamentare antimafia avevano definito come un esponente di spicco del clan Mancuso, capace di accumulare in un garage un autentico arsenale da guerra; sempre a Seregno, ma anche nella vicina Desio, la ’ndrangheta seppelliva tonnellate di rifiuti pericolosi; fra Desio, Seregno, Giussano, si erano susseguiti incendi dolosi e sparatorie intimidatorie contro le vetrine di bar e negozi.
E non è un caso che proprio a Seregno sia stato organizzato mercoledì sera, al cinema Roma di via Umberto I, un incontro pubblico dal titolo molto significativo: «Rompere il silenzio sulle Mafie in Brianza-Una serata per promuoivere la legalità». No, non è un caso. Perché la mafia, anzi la ’ndrangheta, in Brianza ha messo radici. E non arrivava per caso lo straordinario documentario proiettato a inizio serata: si chiama «Centonove» e racconta la penetrazione inesorabile della ’ndrangheta in Lombardia, dagli affari sporchi a Buccinasco fino alle vicende, faticose ed esaltanti insieme, che hanno portato alla legge che prende il nome da Pio La Torre (ucciso dalla mafia nel 1982) e consente, grazie anche agli sforzi dell’associazione Libera, di confiscare i beni della mafia e destinarli a uso sociale. E il fatto fuori dall’ordinario è che a produrre e trasmettere questo documentario di 35 minuti - scritto e diretto proprio da un seregnese, Marco Tagliabue - sia stata Tsi, la Radiotelevisione svizzera italiana. Assieme allo stesso Tagliabue, all’incontro organizzato dal circolo di Seregno del Pd, c’erano relatori d’eccezione, coordinati dal giornalista Mario Portanova. «I tentacoli della mafia - ha spiegato Tagliabue - arrivano fino in Svizzera e nel Canton Ticino». Il procuratore aggiunto Alberto Nobili, tanti anni alla Direzione distrettuale antimafia di Milano, ha raccontato la sua esperienza di lotta alle mafie: «Dalla meta degli anni Novanta la mafia si è nascosta: dopo il periodo delle stragi che costrinsero lo Stato a una reazione forte, ha deciso di volare basso, ha scelto il silenzio». La droga, al Nord, è la chiave di volta di ogni affare. «In Lombardia - ha detto il magistrato - la ’ndrangheta ha il business straordinario del traffico di cocaina: a Milano ci sono 130mila consumatori abituali, la droga viene comprata in Sudamerica a 1.000-1.500 euro al chilo e rivenduta, dopo averla tagliata e averne ricavati due chili-due chili e mezzo, a 135mila euro al chilo. Il guadagno è stratosferico. E i fiumi di denaro incassati vengono impiegati per comprare imprese, bar, ristoranti, immobili: è una mafia imprenditrice». Il prossimo appuntamento segnato sull’agendina della ’ndrangheta - lo dice l’ultima relazione della Direzione Nazionale Antimafia - è l’Expo 2015. «Avranno vita dura - promette Nobili - ma è una torta ghiotta». I canali che la ’ndrangheta probabilmente percorrerà per impadronirsene, sono sempre gli stessi: intimidazione dei concorrenti e corruzione.
ILARIA RAMONI, dell’Ufficio legale dell’associazione Libera, ha spronato i cittadini a pretendere dai propri amministratori di entrare in possesso dei beni confiscati alla mafia, troppo spesso lasciati improduttivi. Sergio Cannavò, del Centro di azione giuridica di Legambiente Lombardia, ha citato l’ultimo rapporto Ecomafia di Legambiente, che aveva tra i fiori all’occhiello due operazioni maturate proprio nel cuore della Brianza: «Star Wars», della Polizia provinciale, che aveva scoperto i traffici di rifiuti tossici della ’ndrangheta, e la recente operazione «Isola», che aveva messo in ginocchio un clan che aveva allungato le mani sugli appalti di Alta velocità ferroviaria e quarta corsia dell’autostrada A4.
Seregno è bbelle è terra d’eure - se le forniture di arredi scuola finiscono sempre ad una ditta sola...
da: Infonodo.org
Quando un bambino un po' vivace delle scuole elmentari di Seregno rompe un banco, a Vasto brindano; quando, sempre nelle scuole di Seregno, un attaccappani si spezza e diventa inutilizzabile, a Vasto brindano; quando il comune di Seregno decide di sostituire l'arredo delle sue scuole, dell'ufficio dei vigili, di adeguare gli arredi degli uffici comunali alle norme 626, o di arredare il parco cittadino, a Vasto brindano.
Non brindano naturalmente in tutta Vasto ma alla sede della Vastarredo brindano e se non lo fanno dovrebbero farlo visto che Vastarredo e le altre società del gruppo Vastarredo (ILLSA, IRAS, IPA PLAY, COMES.IT) hanno buone probabilità di aggiudicarsi la commessa. E il tutto senza dover partecipare ad un bando di gara di appalto che potrebbe costringere a ribassare i prezzi e ad offrire condizioni più vantaggiose per le casse del comune di Seregno. Non ci credete? Ebbene ecco l'elenco:
DT 511/2008 pubblicata il 18/07/08 Comune di Seregno per la "Fonitura, posa e montaggio di gioco componibile da installarsi presso il Parco "caduti di Nassirya"
Se l' aggiudica per un importo complessivo di € 38.000,00 + IVA al 20% la Ipa Play (gruppo Vastarredo). Sono invitate a presentare un preventivo attraverso la formula della "gara a Trattativa Privata Informale" altre quattro aziende: la DELTA DUE di Osimo (An), GRUPPO DIMENSIONE COMUNITA’ di Grassobbio (Bg), la GIOCHIMPARA di Pergine Valsugana (Tn) e la GIOECA di Udine (Ud) che però stranamente non presentano alcuna offerta economica.
Sul sito della Delta Due di Osimo si legge "Delta Due ad Osimo: forniture e accessori per uffici. Realizza il tuo ufficio come più ti piace, da noi troverai tutto ciò che ti servirà: armadi per ufficio, bacheche per ufficio, carrelli per ufficio, cassette imballaggio, cassettiere per ufficio, complementi d' arredo, pannelli acustici, pannelli ignifughi, pannelli in legno, pannelli microforati". (Nessuna traccia di giochi componibili per parchi)
Dal sito della Giochimpara risulta che questa azienda vende: Accessori pittura, Cancelleria, Carta, cartoncini, Collage, Colori, Stampi, Pastelli, Pastelloni, Gessi, Pennarelli Supercolor, timbri, fustelle e stencil, Trucchi per feste. (Nessuna traccia di giochi componibili per parchi).
Forse quest'aziende non aggiornano il loro sito internet. Fatto sta che la commessa per 38000 euro + iva viene aggiudicata con un solo preventivo.
DT 69/2008 pubblicata il 12/03/08 Comune di Seregno per la "Fornitura e posa di arredi per uffici della polizia locale"
Se l'aggiudica per un importo di € 7580,00 + IVA 20%. la ILLSA di Caronno Pertusella (gruppo Vastarredo). Nella determina si legge che: "si è provveduto tramite idonea ricerca di mercato a a contattare delle ditte specializzate nel settore, al fine di far pervenire la loro migliore quotazione in relazione alla fornitura. Da detta ricerca si è evidenziato che l’offerta più vantaggiosa nel suo complesso risulta essere quella della Ditta ILLSA di Caronno Pertusella che ha fatto pervenire preventivo di spesa relativo alla fornitura in opera degli arredi". Però non vengono indicate le altre ditte che sono state contattate. La determina si conclude così: "Tutto ciò premesso si propone viste le motivazioni sopraccitate e l’urgenza di affidare alla Ditta Illsa di Caronno Pertusella, la fornitura in opera degli arredi".
DT 345/2008 pubblicata il 27/05/2008, Comune di Seregno per la "Fornitura di arredi e complementi da installarsi presso le scuole dell'infanzia, primarie e secondarie del territorio comunale
Se l'aggiudica per un importo complessivo di € 48.525,00 + IVA 20% la ILLSA (gruppo Vastarredo). Sono invitate a presentare un preventivo attraverso la formula della "gara a Trattativa Privata Informale" altre quattro aziende: la Nobili Arredamenti di Saronno (da una ricerca su internet pare che questa azienda sia specializzata in: Arredamento alberghi e ristoranti, Forniture per alberghi ), la Liceum sas di Basiglio (da internet specializzata in scaffalature per biblioteche), la Visa Forniture srl di Vimercate (ditta specializzata in Editing e fotocomposizione, gestisce per alcuni comuni il sevizio di trascrizione dei verbali dei consigli comunali), la Tutto per la scuola di Fabio Dell'Aglio. La ILLSA vince la commessa offrendo uno sconto del 2,95%. Nella determina si legge: "Visto il Verbale di apertura offerte relativamente alla fornitura di cui in oggetto, da cui risulta che l’unica offerta pervenuta risulta essere quella della ditta ILLSA...ecc.". Anche qui quindi un solo preventivo e la Illsa si aggiudica la commessa.
DT 903/08 pubblicata il 12/01/2009, Comune di Seregno, per la “Fornitura di arredi ed attrezzature per adeguamenti d.lgs n. 81/2008 ex d.lgs n. 626/92”. Alla Vastarredo vanno 6.000 euro, alla Illsa 6.000 euro.
Nella relazione allegata alla determina si legge:“ Si propone di procedere mediante singoli affidamenti in economia contattando le Ditte sotto elencate, già aggiudicatici di precedenti gare di appalto nei diversi settori o comunque inserite nell’Albo Fornitori del Comune, al fine di organizzare da subito l’acquisto dei nuovi arredi. Si precisa che si è contestualizzata alla data attuale l’indagine di mercato sulla base dei risultati ottenuti con apposite gare che vennero esperite assumendo i prezzi relativi al Prezziario OO.PP. 2006, edito dalla Regione Lombardia, sulla quale vennero praticati gli sconti che risultano agli atti; quindi basterebbe solo questo per dire che ad oggi, i prezzi praticati dalle Ditte sono estremamente vantaggiosi; ciò non di meno, si sono confrontati questi prezzi con le proposte di mercato attuali di altre ditte, riscontrandone effettivamente l’estrema convenienza”. Il nome delle altre ditte contattate non viene fornito.
Ma è con la determina 734/2008 che la Vastarredo fa il colpaccio, quella per la fornitura di arredi alle scuole elementari Rodari, quella per cui il sindaco Giacinto Mariani spiegava in comunicato stampa del 31/03/2008 che: “ L’Amministrazione sta facendo il massimo per rinnovare e mettere a norma tutti gli edifici scolastici della città. Alle Rodari abbiamo fatto un investimento importante, non solo in termini economici ma anche culturali”.
DT 734/2008 del 10/10/2008 pubblicata il 29/01/09, Comune di Seregno, per la “Fornitura arredi per le scuole”.
Se la aggiudica per un importo complessivo di € 278.044,13 iva al 20% compresa, la Vastarredo. L'assegnazione della fornitura viene effettuata senza che il comune di Seregno faccia nessuna gara d'appalto e neppure una “gara a Trattativa Privata Informale”. Che comunque per notevole entità dell'assegnazione non sono permesse.
Nella determina si giustifica questa scelta così: “TENUTO CONTO che pur non essendo attive al momento Convenzioni Consip, maconsiderato che è in via di definizione l’attivazione di convenzione per l’acquisto di arredi scolastici con la Ditta Vastarredo s.r.l., via Osca n. 67 66054 Vasto (Ch), stessa ditta aggiudicataria di pari Convenzione conclusa nello scorso mese di giugno 2008 e considerato che la stessa, contattata già telefonicamente, si è resa disponibile ad effettuare un ulteriore sconto all’elenco prezzi rispetto a quello di aggiudicazione con Consip a fronte delle forniture già eseguite per questa Amministrazione;VISTA la nota protocollo 60831 del 06.10.2008 con la quale si invitava la ditta Vastarredo ad offrire uno sconto percentuale sull’elenco prezzi unitari per la fornitura di arredi per la scuola Rodari basato sui prezzi Consip in vigore fino a giugno 2008;TENUTO CONTO dello sconto del 4,17% offerto dalla ditta Vastarredo sull’elenco prezzi unitari, per eseguire la fornitura degli arredi per la scuola Primaria Rodari, nonchè della disponibilità a mantenere tali prezzi per tutto l’anno 2009 a seguito di ulteriori acquisti che si renderanno necessari;CONSIDERATA l’economicità dei prezzi applicati per la fornitura a seguito dell’ulteriore sconto applicato rispetto ai prezzi Consip; si determina di affidare la fornitura completa degli arredi alla ditta Vastarredo s.r.l. di Vasto (Ch) aggiudicataria di Convenzione Consip per tali forniture.”.
E qui cerchiamo di decifrare il burocratese:
al momento della stipula del contratto non esiste nessuna convenzione Consip, l'ultima è scaduta nel giugno 2008.
La Consip fa una gara di appalto per gli arredi scolastici che viene aggiudicata il 24/11/2008 alla Vastarredo. La convenzione diventa attiva il 09/03/2009. Però a Seregno già il 10/10/2008 potevano scrivere: “ è in via di definizione l’attivazione di convenzione per l’acquisto di arredi scolastici con la Ditta Vastarredo”.
Il comune di Seregno contatta solo la Vastarredo che offre uno sconto del 4,17% sui prezzi della convenzione Consip scaduta a giugno 2008.
Il comune di Seregno dichiara l'economicità dei prezzi applicati e affida la fornitura per 278.044,13 euro alla Vastarredo.
Sulla economicità dei prezzi Consip per gli arredi scolastici Francesca Rimini, giornalista di Report, trasmissione in onda su rai tre, dichiarava nella puntata del 19/04/09 : “ Un banco costa mediamente 29 euro, una sedia 16 euro. La Consip, l'ente per gli acquisti centralizzato, ha fatto una convenzione grazie alla quale i comuni possono acquistare i banchi a 59 euro invece che a 29 e le sedie a 39 euro invece che a 16. Inutilmente gli esclusi alla gara contestano la ditta che ha vinto” (la Vastarredo per l'appunto).
Ciò significa che rivolgendosi al mercato è possibile ottenere sui prezzi Consip degli arredi scolastici anche risparmi del 50%. In appalti analoghi ad esempio, ma su cifre ben più modeste, la provincia di Reggio Emilia indice una gara riuscendo ad avere risparmi rispetto alla base d'asta di oltre il 20%, ben altra cosa rispetto al misero 4,17% ottenuto in questa cirostanza.
Perchè allora non sono state indette gare per aggiudicare l'affidamento delle forniture?
E' accettabile, ci chiediamo, che nessuna ditta concorrente della Vastarredo sia stata contattata per avere dei preventivi?
E' vero inoltre che almeno una di queste ditte: Mobilferro di Rovigo, Sirianni di Lamezia Terme, Mariani di Saronno e Sud Arreda di Napoli ha inviato al comune di Seregno lettera con prospetto comparativo che evidenzia prezzi inferiori rispetto alla convenzione Consip anche del 48%?
Il 27/04/08 Guido Trabattoni ha lasciato l'assessorato alla pubblica istruzione del comune di Seregno per non ben precisati motivi, da allora la carica è ricoperta in itinere dal sindaco Giacinto Mariani.
Quando un bambino un po' vivace delle scuole elmentari di Seregno rompe un banco, a Vasto brindano; quando, sempre nelle scuole di Seregno, un attaccappani si spezza e diventa inutilizzabile, a Vasto brindano; quando il comune di Seregno decide di sostituire l'arredo delle sue scuole, dell'ufficio dei vigili, di adeguare gli arredi degli uffici comunali alle norme 626, o di arredare il parco cittadino, a Vasto brindano.
Non brindano naturalmente in tutta Vasto ma alla sede della Vastarredo brindano e se non lo fanno dovrebbero farlo visto che Vastarredo e le altre società del gruppo Vastarredo (ILLSA, IRAS, IPA PLAY, COMES.IT) hanno buone probabilità di aggiudicarsi la commessa. E il tutto senza dover partecipare ad un bando di gara di appalto che potrebbe costringere a ribassare i prezzi e ad offrire condizioni più vantaggiose per le casse del comune di Seregno. Non ci credete? Ebbene ecco l'elenco:
DT 511/2008 pubblicata il 18/07/08 Comune di Seregno per la "Fonitura, posa e montaggio di gioco componibile da installarsi presso il Parco "caduti di Nassirya"
Se l' aggiudica per un importo complessivo di € 38.000,00 + IVA al 20% la Ipa Play (gruppo Vastarredo). Sono invitate a presentare un preventivo attraverso la formula della "gara a Trattativa Privata Informale" altre quattro aziende: la DELTA DUE di Osimo (An), GRUPPO DIMENSIONE COMUNITA’ di Grassobbio (Bg), la GIOCHIMPARA di Pergine Valsugana (Tn) e la GIOECA di Udine (Ud) che però stranamente non presentano alcuna offerta economica.
Sul sito della Delta Due di Osimo si legge "Delta Due ad Osimo: forniture e accessori per uffici. Realizza il tuo ufficio come più ti piace, da noi troverai tutto ciò che ti servirà: armadi per ufficio, bacheche per ufficio, carrelli per ufficio, cassette imballaggio, cassettiere per ufficio, complementi d' arredo, pannelli acustici, pannelli ignifughi, pannelli in legno, pannelli microforati". (Nessuna traccia di giochi componibili per parchi)
Dal sito della Giochimpara risulta che questa azienda vende: Accessori pittura, Cancelleria, Carta, cartoncini, Collage, Colori, Stampi, Pastelli, Pastelloni, Gessi, Pennarelli Supercolor, timbri, fustelle e stencil, Trucchi per feste. (Nessuna traccia di giochi componibili per parchi).
Forse quest'aziende non aggiornano il loro sito internet. Fatto sta che la commessa per 38000 euro + iva viene aggiudicata con un solo preventivo.
DT 69/2008 pubblicata il 12/03/08 Comune di Seregno per la "Fornitura e posa di arredi per uffici della polizia locale"
Se l'aggiudica per un importo di € 7580,00 + IVA 20%. la ILLSA di Caronno Pertusella (gruppo Vastarredo). Nella determina si legge che: "si è provveduto tramite idonea ricerca di mercato a a contattare delle ditte specializzate nel settore, al fine di far pervenire la loro migliore quotazione in relazione alla fornitura. Da detta ricerca si è evidenziato che l’offerta più vantaggiosa nel suo complesso risulta essere quella della Ditta ILLSA di Caronno Pertusella che ha fatto pervenire preventivo di spesa relativo alla fornitura in opera degli arredi". Però non vengono indicate le altre ditte che sono state contattate. La determina si conclude così: "Tutto ciò premesso si propone viste le motivazioni sopraccitate e l’urgenza di affidare alla Ditta Illsa di Caronno Pertusella, la fornitura in opera degli arredi".
DT 345/2008 pubblicata il 27/05/2008, Comune di Seregno per la "Fornitura di arredi e complementi da installarsi presso le scuole dell'infanzia, primarie e secondarie del territorio comunale
Se l'aggiudica per un importo complessivo di € 48.525,00 + IVA 20% la ILLSA (gruppo Vastarredo). Sono invitate a presentare un preventivo attraverso la formula della "gara a Trattativa Privata Informale" altre quattro aziende: la Nobili Arredamenti di Saronno (da una ricerca su internet pare che questa azienda sia specializzata in: Arredamento alberghi e ristoranti, Forniture per alberghi ), la Liceum sas di Basiglio (da internet specializzata in scaffalature per biblioteche), la Visa Forniture srl di Vimercate (ditta specializzata in Editing e fotocomposizione, gestisce per alcuni comuni il sevizio di trascrizione dei verbali dei consigli comunali), la Tutto per la scuola di Fabio Dell'Aglio. La ILLSA vince la commessa offrendo uno sconto del 2,95%. Nella determina si legge: "Visto il Verbale di apertura offerte relativamente alla fornitura di cui in oggetto, da cui risulta che l’unica offerta pervenuta risulta essere quella della ditta ILLSA...ecc.". Anche qui quindi un solo preventivo e la Illsa si aggiudica la commessa.
DT 903/08 pubblicata il 12/01/2009, Comune di Seregno, per la “Fornitura di arredi ed attrezzature per adeguamenti d.lgs n. 81/2008 ex d.lgs n. 626/92”. Alla Vastarredo vanno 6.000 euro, alla Illsa 6.000 euro.
Nella relazione allegata alla determina si legge:“ Si propone di procedere mediante singoli affidamenti in economia contattando le Ditte sotto elencate, già aggiudicatici di precedenti gare di appalto nei diversi settori o comunque inserite nell’Albo Fornitori del Comune, al fine di organizzare da subito l’acquisto dei nuovi arredi. Si precisa che si è contestualizzata alla data attuale l’indagine di mercato sulla base dei risultati ottenuti con apposite gare che vennero esperite assumendo i prezzi relativi al Prezziario OO.PP. 2006, edito dalla Regione Lombardia, sulla quale vennero praticati gli sconti che risultano agli atti; quindi basterebbe solo questo per dire che ad oggi, i prezzi praticati dalle Ditte sono estremamente vantaggiosi; ciò non di meno, si sono confrontati questi prezzi con le proposte di mercato attuali di altre ditte, riscontrandone effettivamente l’estrema convenienza”. Il nome delle altre ditte contattate non viene fornito.
Ma è con la determina 734/2008 che la Vastarredo fa il colpaccio, quella per la fornitura di arredi alle scuole elementari Rodari, quella per cui il sindaco Giacinto Mariani spiegava in comunicato stampa del 31/03/2008 che: “ L’Amministrazione sta facendo il massimo per rinnovare e mettere a norma tutti gli edifici scolastici della città. Alle Rodari abbiamo fatto un investimento importante, non solo in termini economici ma anche culturali”.
DT 734/2008 del 10/10/2008 pubblicata il 29/01/09, Comune di Seregno, per la “Fornitura arredi per le scuole”.
Se la aggiudica per un importo complessivo di € 278.044,13 iva al 20% compresa, la Vastarredo. L'assegnazione della fornitura viene effettuata senza che il comune di Seregno faccia nessuna gara d'appalto e neppure una “gara a Trattativa Privata Informale”. Che comunque per notevole entità dell'assegnazione non sono permesse.
Nella determina si giustifica questa scelta così: “TENUTO CONTO che pur non essendo attive al momento Convenzioni Consip, maconsiderato che è in via di definizione l’attivazione di convenzione per l’acquisto di arredi scolastici con la Ditta Vastarredo s.r.l., via Osca n. 67 66054 Vasto (Ch), stessa ditta aggiudicataria di pari Convenzione conclusa nello scorso mese di giugno 2008 e considerato che la stessa, contattata già telefonicamente, si è resa disponibile ad effettuare un ulteriore sconto all’elenco prezzi rispetto a quello di aggiudicazione con Consip a fronte delle forniture già eseguite per questa Amministrazione;VISTA la nota protocollo 60831 del 06.10.2008 con la quale si invitava la ditta Vastarredo ad offrire uno sconto percentuale sull’elenco prezzi unitari per la fornitura di arredi per la scuola Rodari basato sui prezzi Consip in vigore fino a giugno 2008;TENUTO CONTO dello sconto del 4,17% offerto dalla ditta Vastarredo sull’elenco prezzi unitari, per eseguire la fornitura degli arredi per la scuola Primaria Rodari, nonchè della disponibilità a mantenere tali prezzi per tutto l’anno 2009 a seguito di ulteriori acquisti che si renderanno necessari;CONSIDERATA l’economicità dei prezzi applicati per la fornitura a seguito dell’ulteriore sconto applicato rispetto ai prezzi Consip; si determina di affidare la fornitura completa degli arredi alla ditta Vastarredo s.r.l. di Vasto (Ch) aggiudicataria di Convenzione Consip per tali forniture.”.
E qui cerchiamo di decifrare il burocratese:
al momento della stipula del contratto non esiste nessuna convenzione Consip, l'ultima è scaduta nel giugno 2008.
La Consip fa una gara di appalto per gli arredi scolastici che viene aggiudicata il 24/11/2008 alla Vastarredo. La convenzione diventa attiva il 09/03/2009. Però a Seregno già il 10/10/2008 potevano scrivere: “ è in via di definizione l’attivazione di convenzione per l’acquisto di arredi scolastici con la Ditta Vastarredo”.
Il comune di Seregno contatta solo la Vastarredo che offre uno sconto del 4,17% sui prezzi della convenzione Consip scaduta a giugno 2008.
Il comune di Seregno dichiara l'economicità dei prezzi applicati e affida la fornitura per 278.044,13 euro alla Vastarredo.
Sulla economicità dei prezzi Consip per gli arredi scolastici Francesca Rimini, giornalista di Report, trasmissione in onda su rai tre, dichiarava nella puntata del 19/04/09 : “ Un banco costa mediamente 29 euro, una sedia 16 euro. La Consip, l'ente per gli acquisti centralizzato, ha fatto una convenzione grazie alla quale i comuni possono acquistare i banchi a 59 euro invece che a 29 e le sedie a 39 euro invece che a 16. Inutilmente gli esclusi alla gara contestano la ditta che ha vinto” (la Vastarredo per l'appunto).
Ciò significa che rivolgendosi al mercato è possibile ottenere sui prezzi Consip degli arredi scolastici anche risparmi del 50%. In appalti analoghi ad esempio, ma su cifre ben più modeste, la provincia di Reggio Emilia indice una gara riuscendo ad avere risparmi rispetto alla base d'asta di oltre il 20%, ben altra cosa rispetto al misero 4,17% ottenuto in questa cirostanza.
Perchè allora non sono state indette gare per aggiudicare l'affidamento delle forniture?
E' accettabile, ci chiediamo, che nessuna ditta concorrente della Vastarredo sia stata contattata per avere dei preventivi?
E' vero inoltre che almeno una di queste ditte: Mobilferro di Rovigo, Sirianni di Lamezia Terme, Mariani di Saronno e Sud Arreda di Napoli ha inviato al comune di Seregno lettera con prospetto comparativo che evidenzia prezzi inferiori rispetto alla convenzione Consip anche del 48%?
Il 27/04/08 Guido Trabattoni ha lasciato l'assessorato alla pubblica istruzione del comune di Seregno per non ben precisati motivi, da allora la carica è ricoperta in itinere dal sindaco Giacinto Mariani.
I tagli alla scuola? Sì, se è pubblica La Camera: più fondi alle private di SALVO INTRAVAIA
Più soldi alle paritarie. Mentre l'Esecutivo taglia 8 miliardi (e 134 mila posti in tre anni) alla scuola pubblica il Parlamento impegna il governo perché nei prossimi mesi aumenti i finanziamenti alle scuole private. I promotori delle mozioni approvate dalla Camera durante la seduta dello scorso 6 maggio sanno che il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, sta predisponendo la Finanziaria per il 2010. Due delle tre mozioni che hanno incontrato il consenso dell'aula di Montecitorio, nella sostanza, chiedono dapprima di restituire alle scuole paritarie il "maltolto" (leggasi taglio effettuato con la legge finanziaria del 2009) e, successivamente, di allargare i cordoni della borsa.
Sull'esigenza di supportare le scuole paritarie, che vedono impegnata sul campo la chiesa cattolica, si è realizzato alla Camera un accordo abbastanza largo che ha coinvolto un pezzo dell'opposizione. La mozione che senza troppi preamboli chiede al governo di "incrementare le risorse destinate al sistema paritario" è quella sottoscritta da una trentina di deputati del Pdl (tra i quali Cicchitto e Cota, due uomini molto vicini al presidente del consiglio Berlusconi), della Lega e del Movimento per l'autonomia di Raffaele Lombardo.
La questione viene affrontata partendo da molto lontano. Occorre "realizzare interventi - si legge nel testo - volti a facilitare e promuovere le condizioni per l'effettiva libertà di scelta educativa delle famiglie fra scuole statali e paritarie". Una richiesta che potrebbe addirittura apparire legittima se non determinasse il fatto che per "realizzare tali condizioni" bisogna "incrementare, fin dal disegno di legge finanziaria per il 2010, le risorse destinate al sistema paritario". Ma non solo. Per "facilitare la scelta educativa delle famiglie" è necessario "uno specifico strumento legislativo che, con risorse aggiuntive dello Stato, realizzi interventi speciali a sostegno della libertà di scelta educativa" dei genitori italiani.
I deputati hanno le idee chiare in merito. La risposta è data da "mix di strumenti quali: buoni scuola per la copertura, in tutto o in parte, dei costi di iscrizione e di frequenza in scuole paritarie; detrazioni fiscali a favore delle famiglie che iscrivono i figli presso scuole paritarie in misura adeguata a ridurre significativamente gli oneri, calibrate a scalare per le famiglie con i redditi più bassi". Sarà d'accordo Tremonti che l'anno scorso ha fatto andare su tutte le furie i vescovi italiani tagliando 133,4 milioni al sistema paritario, per poi dovere tornare sui suoi passi e restituirne 120?
Ma non basta: mancano all'appello 13,4 milioni ai quali le scuole paritarie non intendono rinunciare. E con una formula piuttosto criptica i richiedenti invitano il governo "ad adottare iniziative per recuperare le risorse mancanti affinché la situazione dei finanziamenti alla scuola paritaria per l'esercizio finanziario del 2009 ammonti sostanzialmente a quelli assegnati nell'esercizio finanziario 2008": circa 500 milioni. Cifra che ai gestori delle paritarie sembra insufficiente e che potrebbe essere incrementata di altri 100 milioni.
Anche l'Udc, con nove deputati, scende in campo a favore delle scuole paritarie chiedendo al governo di "garantire la certezza dei finanziamenti e dei tempi di erogazione delle risorse per le scuole paritarie" e "il ripristino integrale delle risorse sottratte alle scuole paritarie dalla manovra economica". Ma non solo: i deputati di Pier Ferdinando Casini battono cassa per centinaia di milioni di euro. Occorre "ripristinare per il 2009 - si legge nella richiesta - il finanziamento di 240 milioni di euro per il sistema di istruzione e formazione professionale, recuperando, inoltre, i 440 milioni di euro relativi ai due anni precedenti".
Più soft le richieste dell'Italia dei Valori, che ha proposto la terza mozione approvata dalla Camera. I deputati di Di Pietro chiedono al governo di "sostenere lo sviluppo dell'iniziativa privata nel settore formativo nell'ambito di una politica di sostegno dell'intero sistema scolastico nazionale, nel quale pubblico e privato siano coordinati nell'ottica di un sistema unico, parificato ma omogeneo".
(11 maggio 2009)
Sull'esigenza di supportare le scuole paritarie, che vedono impegnata sul campo la chiesa cattolica, si è realizzato alla Camera un accordo abbastanza largo che ha coinvolto un pezzo dell'opposizione. La mozione che senza troppi preamboli chiede al governo di "incrementare le risorse destinate al sistema paritario" è quella sottoscritta da una trentina di deputati del Pdl (tra i quali Cicchitto e Cota, due uomini molto vicini al presidente del consiglio Berlusconi), della Lega e del Movimento per l'autonomia di Raffaele Lombardo.
La questione viene affrontata partendo da molto lontano. Occorre "realizzare interventi - si legge nel testo - volti a facilitare e promuovere le condizioni per l'effettiva libertà di scelta educativa delle famiglie fra scuole statali e paritarie". Una richiesta che potrebbe addirittura apparire legittima se non determinasse il fatto che per "realizzare tali condizioni" bisogna "incrementare, fin dal disegno di legge finanziaria per il 2010, le risorse destinate al sistema paritario". Ma non solo. Per "facilitare la scelta educativa delle famiglie" è necessario "uno specifico strumento legislativo che, con risorse aggiuntive dello Stato, realizzi interventi speciali a sostegno della libertà di scelta educativa" dei genitori italiani.
I deputati hanno le idee chiare in merito. La risposta è data da "mix di strumenti quali: buoni scuola per la copertura, in tutto o in parte, dei costi di iscrizione e di frequenza in scuole paritarie; detrazioni fiscali a favore delle famiglie che iscrivono i figli presso scuole paritarie in misura adeguata a ridurre significativamente gli oneri, calibrate a scalare per le famiglie con i redditi più bassi". Sarà d'accordo Tremonti che l'anno scorso ha fatto andare su tutte le furie i vescovi italiani tagliando 133,4 milioni al sistema paritario, per poi dovere tornare sui suoi passi e restituirne 120?
Ma non basta: mancano all'appello 13,4 milioni ai quali le scuole paritarie non intendono rinunciare. E con una formula piuttosto criptica i richiedenti invitano il governo "ad adottare iniziative per recuperare le risorse mancanti affinché la situazione dei finanziamenti alla scuola paritaria per l'esercizio finanziario del 2009 ammonti sostanzialmente a quelli assegnati nell'esercizio finanziario 2008": circa 500 milioni. Cifra che ai gestori delle paritarie sembra insufficiente e che potrebbe essere incrementata di altri 100 milioni.
Anche l'Udc, con nove deputati, scende in campo a favore delle scuole paritarie chiedendo al governo di "garantire la certezza dei finanziamenti e dei tempi di erogazione delle risorse per le scuole paritarie" e "il ripristino integrale delle risorse sottratte alle scuole paritarie dalla manovra economica". Ma non solo: i deputati di Pier Ferdinando Casini battono cassa per centinaia di milioni di euro. Occorre "ripristinare per il 2009 - si legge nella richiesta - il finanziamento di 240 milioni di euro per il sistema di istruzione e formazione professionale, recuperando, inoltre, i 440 milioni di euro relativi ai due anni precedenti".
Più soft le richieste dell'Italia dei Valori, che ha proposto la terza mozione approvata dalla Camera. I deputati di Di Pietro chiedono al governo di "sostenere lo sviluppo dell'iniziativa privata nel settore formativo nell'ambito di una politica di sostegno dell'intero sistema scolastico nazionale, nel quale pubblico e privato siano coordinati nell'ottica di un sistema unico, parificato ma omogeneo".
(11 maggio 2009)
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